Una realtà sotto gli occhi di tutti.
Nella fabbrica Stellantis di Termoli i motori che una volta venivano prodotti con impressionante continuità oggi calano sempre più mentre le batterie che dovrebbero essere prodotte restano ferme in un limbo che non il sito produttivo adriatico insieme a tutti i suoi lavoratori non può più permettersi.
Il giorno dopo la protesta a Bruxelles le richieste all’Eruropa restano sempre marcate.
Intanto lo Stop alle multe che penalizzano le aziende europee rispetto ai concorrenti internazionali. Ma anche la Riduzione del costo dell’energia, per garantire un prezzo sostenibile in linea con quello degli altri continenti. Per i sindacati è importante sostenere le nuove tecnologie, implementare un vero piano per la riconversione professionale, affinché i lavoratori non siano lasciati soli in questa fase di transizione.
A Termoli ci sono comparti dove la cassa integrazione resta una costante, così come le uscite volontarie e incentivate. Nulla di nuovo se non un’attesa estenuante su garanzie e futuro per questa fabbrica. Il 19 marzo John Elkan parlerà in Parlamento, l’auspicio è che ci sia qualche riferimento specifico al sito di Termoli.