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sabato, Settembre 14, 2024

Nessuna rivolta nel carcere di Campobasso, ma per il Sappe resta un “posto di frontiera”

AttualitàNessuna rivolta nel carcere di Campobasso, ma per il Sappe resta un "posto di frontiera"

Nessuna rivolta, solo una baruffa tra detenuti. Ma il carcere di Campobasso, secondo il Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, resta un posto di frontiera.
Una situazione esplosiva, secondo il segretario Matteo Del Re, che ha denunciato da tempo le condizioni di vita di ristretti e agenti. I primi sono quasi il doppio della capienza consentita: circa 170 presenti a fronte di un centinaio di posti letto. I secondi da sempre sotto organico e senza un comandante titolare. Perfino il direttore – ha concluso il sindacalista – è reggente.
Quello di ieri è stato comunque un episodio che rivela uno stato di forte tensione. Una lite scaturita tra due facinorosi nella quale è stato coinvolto anche un terzo detenuto, salito poi sul tetto di uno dei bracci di via Cavour.
L’opera di mediazione degli agenti, guidati dal comandante Cesare Pietrangelo, ha poi convinto l’uomo a tornare in cella. Una situazione che non è mai trascesa, anche se lo stesso comandante si è dovuto far medicare una leggera contusione.
Sono anni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, dicono gli agenti e il sindacato, un terzo degli ospiti del carcere di Campobasso.
Servono più investimenti e più tecnologia, ha commentato il segretario nazionale Donato Capece che ha poi rivolto la solidarietà del Sappe all’agente contuso e rivendicato il lavoro che gli uomini e le donne della polizia penitenziaria svolgono garantendo ordine e sicurezza anche in condizioni di grande stress.
Intanto, i tre detenuti protagonisti della rissa di ieri sono stati trasferiti, ma in via Cavour la tensione dietro le sbarre resta.

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