Centinaia di ettari di terreni del basso Molise, interessati da progetti agrivoltaici e ovivoltaici. E la voce delle comunità si alza. Una gran parte di terra molisana destinata in modo abnorme alla produzione di energia da fonti rinnovabili e i migliori terreni agricoli sacrificati. Sì alle energie rinnovabili, ma non all’invasione di impianti. Questi numeri spropositati, dalla parola degli esperti intervenuti, precluderebbero alcune attività produttive, l’agricoltura di qualità, il turismo. Dall’assemblea pubblica promossa a Palata, in piazza, sono emerse forti preoccupazioni. Tutto può essere ancora rivisto. Posizioni discordanti anche ai piani più alti della politica.
Dagli esperti intervenuti in assemblea, dubbi e perplessità, in un territorio che vive di agricoltura.
Il sindaco di Palata Maria Di Lena è intervenuta in assemblea: “Siamo contro l’invasione fatta in questa maniera, noi siamo gli ultimi presi in considerazione” e precisando che si tratta di proprietà private “rimarca comunque la contrarietà al progetto che intacca i terreni migliori, mi auguro ci siano dei vincoli”. E chiama in causa le autorità regionali e nazionali.
Quando si parla di ovivoltaico, si parla di allevamento di pecore sotto questi tralicci. L’interrogativo è spontaneo: quanti ovini esistono ancora in questa zona?
Tante domande e un’unica esigenza: tutelare la vocazione agricola, turistica e paesaggistica di questo territorio.