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sabato, Luglio 27, 2024

Riduzione liste d’attesa: il Governo si “allinea” al Molise

AperturaRiduzione liste d'attesa: il Governo si "allinea" al Molise

Riduzione delle liste d’attesa: il Governo Meloni interviene sulla questione attraverso un decreto e un disegno di legge che attribuisce alle aziende sanitarie la possibilità di ricorrere ai privati accreditati per contenere e, possibilmente, azzerare il problema. Delle due l’una: o il Governo ha copiato il “modello Molise”, quello varato dalla struttura commissariale, oppure Marco Bonamico e Ulisse Di Giacomo dispongono di poteri divinatori e hanno quindi letto nel futuro le intenzioni di Meloni, Schillaci (ministro della salute) e soci.

Sta di fatto che presa di posizione governativa ricalca le principali innovazioni introdotte in Molise per decongestionare il sistema, a partire dalla possibilità di acquistare dai privati prestazioni che il servizio pubblico non riesce a garantire in tempi civili ma in tempi biblici. Privati che, nel caso Molise, sono tutti quelli accreditati, compresi quelli che al momento non hanno in essere alcun contratto con la Regione Molise. Nel decreto Meloni – Schillaci si a poi riferimento alla costituzione del Cup unico regionale, ovvero di un solo sistema di prenotazione che contenga sia il settore pubblico che quello privato. Le prestazioni, inoltre, potranno essere erogate anche di sabato e di domenica.

Sul tema è intervenuta con una nota, Cittadinanzattiva che giudica con favore il fatto che per decreto si ribadisca come le agende non possono essere chiuse e che le prestazioni in intramoenia non possono superare quelle pubbliche.

Da parte di Cittadinanzattiva arriva anche la richiesta di maggiore chiarezza sui meccanismi di ricorso dei cittadini ai privati e sulla effettiva possibilità di ricevere cure nel rispetto degli ambiti territoriali. Inoltre, aggiunge l’associazione, è necessario stanziare risorse adeguate.

Su questo profilo va ricordato che la struttura commissariale del Molise ha stanziato 1 milione e 800 mila euro, pari allo 0,3% della dotazione finanziaria regionle e che per il 2024 lo somma, salendo l’aliquota allo 0,4%, passerà a due milioni e mezzo di euro.

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