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sabato, Luglio 27, 2024

Una barca con vele spiegate

EditorialiUna barca con vele spiegate
Foto fonte ANSA

Una barca con vele spiegate

Dai versi, rovesciati di segno, tratti da una delle raccolte di poesie più note e amate da generazioni di lettori, “l’Antologia di Spoon River”, un omaggio anche dal Molise per l’ultimo saluto a Franco Di Mare. Un grande professionista non solo della carta stampata, che ha contribuito a fare senza “frontiere” la storia del giornalismo italiano.

Dunque se è vero come diceva Tolkien che “noi sappiamo di coloro che proseguirono, non di quelli che abbandonarono”, allora i tristi versi “Una barca con vele ammainate” certo non si addicono al noto giornalista Franco Di Mare. Di fronte ad un destino compiutosi pienamente, si possono ribaltare. E anche se hanno navigato nel tempo, portando su di loro il pesante rimpianto di una esistenza non attraversata con coraggio, si predispongono ad un’altra forma e prendono nuova vita:

Molte volte ho pensato di studiare
la lapide che gli avrebbero scolpito:
una barca con vele spiegate,
non in un porto.
In realtà non è questa la sua vita ,
ma la sua destinazione.
Perché l’amore gli si offrì e lui non si 
ritrasse dal suo inganno;
il dolore bussò alla sua porta e
lui non ebbe paura;
l’ambizione lo chiamò, ma lui
non temette gli imprevisti.
Malgrado tutto aveva fame di un significato nella vita.
E adesso so che non bisogna ammainare le vele
e prendere invece i venti del destino,
dovunque spingano la barca.
Dare un senso alla vita può
condurre alla follia,
ma una vita senza senso è la 
tortura dell’inquietudine e del vano desiderio.
E’ una barca che ha anelato al mare
e non lo ha temuto.

Una poesia-epitaffio, questa, che così capovolta si trasforma e diventa la celebrazione di una vita vissuta fino in fondo. Rispetto alla costruzione della sua versione originale mantiene tutta la forza e la capacità di una comunicazione emotiva immediata, offrendo un mirabile equilibro fra oralità e scrittura dentro un vissuto senza negazioni. Un espediente per encomiare un giornalista magnetico dalla penna elegante, a cui tutto il modo del web ha reso omaggio, travolto da un’ondata d’affetto mentre, come lui stesso ha dichiarato, l’azienda per la quale ha lavorato con rigore e passione per tantianni lo ha dimenticato proprio nel momento del bisogno e del dolore personale. La morte di chi amiamo non è mai giusta, la malattia ancora meno, l’assenza ingiustificabile! Soprattutto nel suo caso… Un professionista, maestro di metodo e di stile, che ho ammirato molto per la sua grande capacità di scenderegarbatamente in profondità, in fondo alle cose e risalirne, cavalcandole con la parola…sempre semplice, sempre diretta, sempre libera, sempre franca. Come il suo nome! Per anni i suoi editoriali di “Sarò Franco” ad “Unomattina” li ho portati a scuola fra le mie pagine piùpreziose e commentati insieme ai miei alunni. Di questo lo ringrazio infinitamente, per essere stato con me sul “campo”-scuola, dove spesso mi sento sola in una battaglia per il futuro che richiede una cura speciale. E se siamo fortunati, magari, il nostro cuore potrebbe aver imparato qualcosa e fatto un piccolo passo avanti! Non importa se scrittori o lettori. E così, oltre a ringraziarlo adesso qui (e non sarà mai abbastanza!), prendendo in prestito i versi di un autore a lui caro, Edgar Lee Masters, fra i tanti spesso citati, lo saluto idealmente da lontano. Immagino che, a vele spiegate, continui a tenere stretta a sé la carcassa del giornalista ma più che mai l’anima dell’uomo che è stato, perché lei conosce la strada.

                                                                                                  Annunziata D’Alessio

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