Il Molise di oggi non è quello del dopoguerra, non è più nemmeno quello dell’emigrazione.
Anche il presidente del Consiglio regionale, Quintino Pallante, prende posizione sul tema dell’autonomia, diventato incandescente dopo la petizione lanciata da Isernia per riannettere la provincia all’Abruzzo, con le relative polemiche seguite all’articolo di Milena Gabanelli sul Corriere.
Ma se è vero che il dopoguerra è effettivamente scomparso dall’orizzonte, lo spopolamento e l’impoverimento del territorio sono temi ritornati di grande attualità.
I numeri, almeno, dicono questo. La politica deve porre un argine e invertire la rotta. Ma il disfattismo, ha aggiunto Pallante, non appartiene alla gente molisana che nei momenti di difficoltà è sempre stata all’altezza.
Smembrare il Molise sarebbe uno sbaglio, gli ha fatto eco, Candido Paglione. Per il sindaco di Capracotta i danni sarebbero ancora più gravi di quelli causati da un’autonomia arruffona e disordinata.
Certo, ha aggiunto Paglione, non si possono nascondere sotto il tappeto le occasioni sprecate offerte con la nascita della Regione: la sanità funziona male, le infrastrutture ferme, sul tappeto problemi di decenni. Ma la soluzione – ha concluso Paglione – non può essere quella di diventare il parente povero dell’Abruzzo.
Il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, ha rispolverato la vecchia idea del Molisannio.
Autonomia e raccolta firme, Mastella rilancia l’ipotesi Molisannio
