A Santa Maria del Molise, vivevano Irma Forte di 67 anni e Carlo Giancola di 71. L’uomo fu trovato riverso a terra con la testa spaccata.
Uno dei ceppi della legna da ardere nel camino. Secondo la ricostruzione della Procura di Isernia, la donna l’avrebbe usato per colpire a morte il marito, la Vigilia di Natale dello scorso anno.
Interrogatori, analisi dei luoghi, esame dei cellulari e testimonianze. Perfino la brace che era nel camino era stata ispezionata. Ma dell’arma del delitto nessuna traccia. I colpi compatibili con una spranga o un attrezzo simile, hanno indotto gli investigatori a ritenere che la donna abbia utilizzato uno dei tronchetti di legno per colpire il marito.
La conclusione delle indagini, condotte in prima persona dal procuratore di Isernia, Carlo Fucci, è stata quella di incriminare Irma Forte dell’assassinio del marito. La donna, che ha trascorso alcuni mesi agli arresti domiciliari, ha ora l’obbligo di non soggiornare in provincia di Isernia.
Ho reagito ad un’aggressione e mi sono difesa, è sempre stata la versione data da Irma Forte, che ha confessato di aver colpito il marito ma ha anche riferito di avere ricordi confusi.
Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Isernia, ha fissato la data dell’udienza il 19 marzo. Irma Forte deve rispondere di omicidio volontario, un reato per il quale è previsto l’ergastolo. I legali dell’indagata, Demetrio Rivellino e Giuseppe De Rubertis, attendono di capire per quale reato il Gip disporrà il processo. Se dovesse cadere l’ipotesi della volontarietà, i difensori potrebbero anche valutare la strada del rito abbreviato.
In caso contrario, per Irma Forte si aprirà la porta della Corte d’Assise a Campobasso.