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giovedì, Maggio 2, 2024

La piattaforma Unica e il nuovo knowledge management della scuola.

AttualitàLa piattaforma Unica e il nuovo knowledge management della scuola.

di Alfonso Benevento

 Gli effetti della rivoluzione digitale stanno trasformando, a volte anche radicalmente, gran parte del mondo in cui viviamo oltre che il modo in cui affrontiamo la quotidianità. È molto lunga la lista delle abitudini, dei lavori, dei modi di comunicare, degli strumenti che oggi usiamo correntemente e che nel secolo scorso sarebbero stati del tutto incomprensibili. La rapidità con cui questi cambiamenti accadono fa presagire che lo stesso possa accadere nel prossimo futuro. Lo stupore di un bambino che vede per la prima volta un vecchio telefono a disco potrebbe, tra qualche decennio, essere lo stesso delle nuove generazioni che osserveranno uno smartphone di oggi. Le innovazioni tecnologiche si susseguono rapidamente mentre la rivoluzione digitale, che non segue processi lineari, si manifesta attraverso fenomeni articolati, in fasi diverse e successive tra loro. Lo sviluppo di: hardware, software, infrastrutture digitali, oltre a far vivere l’uomo in una condizione onlife (sempre connesso), lo sta accompagnando, progressivamente, verso uno stato di human augmentation. Nuovi ambienti comunicativi e intelligenti, sistemi di realtà aumentata e mista, strumenti di videoconferenza e piattaforme digitali, che assistono l’uomo nello studio, nel lavoro, nel tempo libero, ne guidano i suoi comportamenti, fino ad ipotecare fortemente il futuro del genere umano. Stiamo passando dall’età della frammentazione all’età della complessità dell’informazione, in cui i contenuti generati dagli utenti (used generated content) migrano dalle Geocities verso le Megacities dei dati. Il nostro processo di costruzione di conoscenze e di interpretazione del mondo ci richiede la necessaria capacità di produrre e lavorare con contenuti complessi, raccogliere e organizzare dati, formulare teorie, caratteristiche proprie delle società sempre più interconnesse. Nell’ecosistema digitale le informazioni vengono codificate indipendentemente dalla lunghezza dei contenuti, ma oggi, invece, ciò che viene maggiormente richiesto è la costruzione collaborativa di architetture del sapere più sofisticate e meglio strutturate. Da qui il necessario passaggio da contenuti granulari (frammentati) verso contenuti strutturati e articolati (complessi). La complessità non implica necessariamente qualità, cosi come la frammentazione non implica scarsa rilevanza. Ovviamente le forme di testualità breve, tipiche del digitale, permangono in questa fase migratoria sia nei contenuti scritti (piattaforme in-formative), sia in quelli audio (brani singoli, podcast) sia in quelli video (Instagram, TikTok, YouTube).

Fa parte della storia del pensiero umano la volontà di cercare strutture e sistemi di classificazione che mettano odine nella realtà. Ci ha provato Aristotele con le sue categorie, Leibniz con l’idea di caratteristica universale, Linneo con il Systema naturae, e chi ha pensato e costruito enciclopedie sistematiche. Tutti sistemi di organizzazione concettuale del sapere. Oggi sfruttando l’informatica e i suoi linguaggi descrittivi si possono rappresentare conoscenze ricche e complesse di entità, gruppi di entità e relazioni fra entità, dove per entità si devono intendere: persone, animali e cose che popolano la realtà. Una rappresentazione di dati “knowledge graph” in cui le entità sono riprodotte come nodi in un grafo, mentre le relazioni tra questi vengono disegnate da archi che collegano i nodi. Archi e nodi vengono poi descritti da un’etichetta in modo che i dati possono essere esplorati anche in forma visuale, navigando attraverso i grafi. Esattamente ciò che avviene durante le nostre navigazioni in internet, quando l’uomo passa dalla consultazione del web alla ricerca esplicita, puntuale, relazionale e formalizzata, ovvero dal web consultativo al web semantico. Proprio come succede quando si passa dall’enciclopedia alfabetica (cartacea) all’enciclopedia sistematica (digitale). Se nel reale c’è distinzione tra conoscenze e informazioni, poiché non tutte le informazioni sono conoscenze, anche nel web la divisione permane anche se spesso non è chiara, per cui può accadere di non sapere quando gestiamo le une o le altre.

L’importanza, tra l’altro, della digital trasformation è di riuscire ad assistere l’uomo nella risoluzione di alcune tematiche attuali, ad esempio quella della formazione a scuola, in cui le piattaforme digitali (Digital Platform) rappresentano strumenti validi ed efficaci. Tuttavia l’utilizzo di queste, così come l’adozione della tecnologia nell’insegnamento, implica da parte degli insegnanti un cambiamento nelle organizzazioni della didattica in classe e nell’infosfera, della concezione dell’apprendimento, di nuove basi per la definizione dei curricula, della formulazione ed esposizione dei contenuti, della valutazione degli alunni sulle competenze digitali dell’IA e dei dati, della gestione delle attrezzature, del significato e delle finalità che si attribuiscono oggi al digitale. Una nuova scuola, quella del XXI secolo, deve tener conto del fatto che le persone nella società digitale sono sempre connesse. Cade la distinzione tra spazio fisico e digitale ed emerge una nuova concezione di spazio detto anche ibrido, in cui il modello di apprendimento è del tipo always-on-education che coniuga il reale col virtuale, l’analogico col digitale. Una reale sostenibilità di questo processo trasformativo, verso una nuova scuola, richiede una visione olistica di tutte le sue componenti, delle loro relazioni, in cui qualcosa si perde e qualcosa si guadagna. Importante è saper accettare che questo passaggio la società nel suo complesso lo ha già fatto sia nelle infrastrutture sia come individui. Ora tocca alla scuola (docenti e dirigenti) mettere in discussione le abitudini e le sicurezze della situazione precedente, sul piano del cosa e del come insegnare, per formare e far apprendere le generazioni del secolo corrente. L’utilizzazione educativa degli strumenti concettuali e di modellizzazione delle tecnologie prevede, da parte delle scuole, design e vision del digitale per dare valore alla formazione accresciuta dalle opportunità della platformisation. La povertà educativa, oggi, viene analizzata e studiata secondo i criteri di sostenibilità: ambientale, economica, sociale e digitale.

 

 

Di recente il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha attivato la piattaforma Unica, (https://unica.istruzione.gov.it), “un modo nuovo per avvicinare scuola, studenti e famiglie”. Pensata per accompagnare ragazze e ragazzi nel percorso di crescita, raccoglie strumenti e utilità per alunni, docenti e genitori. Un solo punto d’accesso di servizi digitali, tra l’altro, per agevolare la comunicazione scuola-famiglia. Tre macro categorie omogenee: Orientamento, Vivere la scuola, Strumenti, strutturate per facilitare sia la navigazione sia la modalità di fruizione dei contenuti. Un unico spazio digitale in cui convergono servizi già esistenti e nuovi strumenti, con lo scopo di accompagnare gli studenti nel proprio percorso di crescita, e con l’obiettivo di fare scelte consapevoli. Tra i diversi servizi offerti da Unica c’è quello denominato orientamento in cui lo studente viene supportato nell’individuare i suoi punti forza, seguire il proprio andamento del percorso di studi, aiutarlo ad acquisire consapevolezza di sé e del contesto in cui vuole proiettarsi. Una trasformazione del digitale che ha tradotto in bit ciò che fino adora erano soltanto informazioni cartacee conservate nelle segreterie scolastiche. Nella sezione Guida alla scelta vi sono una serie di servizi utili a studenti e genitori per approfondire l’offerta formativa delle scuole d’interesse, che incrociate con il trend del mondo del lavoro possano supportare scelte motivate e consapevoli da parte di ragazze e ragazzi.

Nell’ecosistema di internet, la platformisation rappresenta quella forma efficiente di governance che raccogliendo, organizzando e trasmettendo un’enorme quantità di dati aiuta gli utenti finali ad orientarsi all’interno del cyberspazio. La rete, supportata dai suoi stessi effetti, unitamente alla continua digitalizzazione dei settori economici sta portando sconvolgimenti anche in quei settori produttivi e formativi considerati tradizionali, oltre che determinare nuovi equilibri sociali. Nuove economie di scala e di scopo, di cui godono queste piattaforme, in cui viene trasferito il valore generato dagli utenti nel mondo tradizionale (analogico). Soluzioni di tecnologie digitali, utilizzate in modalità innovative, per raggiungere i produttori-consumatori (prosumer) della rete. Nel caso di Unica i prosumer sono i giovani, che al centro del sistema formativo, con i propri dati generano valore alla piattaforma stessa. Esistono diverse piattaforme digitali, che la letteratura classifica per tipologie. Unica è del tipo business to consumer (B2C) in cui viene offerto un ponte fra la scuola (retailler) e gli studenti (consumer). La tecnologia (il mezzo di McLuhan) svolge il ruolo di migliorare l’efficienza del flusso in-formativo lungo la catena del valore dei dati prodotti dagli studenti, colmando di fatto il divario di comunicazione tra i generatori della conoscenza (la scuola) e i potenziali destinatari (gli studenti). Unica con questo tipo di intermediazione consente relazioni più rapidi ed efficienti tra gli attori coinvolti: docenti, studenti e famiglie.  Sfruttando la digitalizzazione delle scuole, le trasformazioni digitali che da queste ne conseguono, il progresso tecnologico, l’elaborazione dei dati, l’adozione diffusa del mobile computing, il flusso di informazioni e l’interconnessione il MIM, con Unica, ha ampliato gli scenari della formazione mediando lo scambio tra scuola e utenti. Una piattaforma, che in linea con la rivoluzione digitale in atto, cattura valore in maniera diversa rispetto ai modelli tradizionali. Migliorando la distribuzione delle in-formazioni, di fatto più capillare, gestendo i flussi di dati e le richieste degli utenti in tempo reale, essendo affidabile per i contenuti, integrando le diverse risorse delle scuole, ottimizzando i processi e lo sviluppo di nuove informazioni, questa piattaforma stabilisce una forma di partenariato a lungo termine tra lo studente e il mondo scolastico. Benefici orientati alla strategia dell’ecosistema formale della formazione. Una condivisione di conoscenze e risorse che, unite ad un utilizzo sostenibile del digitale, generano relazioni sinergiche tra i diversi attori dell’universo scuola. La piattaforma come strumento tecnologico, così implementata, oltre ad essere uno strumento di intermediazione educa: alla gestione consapevole delle informazioni, alla connessione tra domanda e offerta (studenti/scuole), al flusso circolare delle informazioni, alla protezione degli utenti dall’offerta e/o dalla domanda contenenti potenziali rischi generati dalle fake news. Unica appartenendo alla platformisation pubblica promuove le applicazioni tecnologiche quale strumento al servizio dei cittadini e, agendo attraverso un impegno sociale collettivo, garantisce lo sviluppo etico e sostenibile del digitale. Una gestione di processi e flussi, tra domanda e offerta, che richiede un cambio di prospettive degli aspetti qualitativi dell’istruzione al fine di migliorare il rendimento degli studenti. Insegnamento e apprendimento necessitano di spirito creativo e innovativo. Il digitale a scuola serve a stimolare il come e il perché del pensiero creativo, per cui non conta la quantità di tempo trascorso con le tecnologie ma cosa si fa con queste. La piattaforma Unica rappresenta nell’ecosistema dell’apprendimento un esercizio di knowledge management. Un ambiente in cui ciascuna scuola può organizzare e gestire le proprie informazioni, archiviarle in maniera efficace, aggiornarle di continuo, renderle di facile consultazione per valorizzare tutte quelle risorse didattiche accumulate nel tempo e che fanno parte del patrimonio formativo della stessa. Nelle scuole, spesso, è presente un patrimonio di conoscenze isolato e frammentato in diverse aree di knowledge management. Unica è un modello di platformisation pubblica in cui ogni istituto scolastico ha la possibilità di far conoscere i propri saperi, e renderli utili allo sviluppo individuale e collettivo degli studenti. Rappresenta, attraverso la trasformazione digitale, un meta-ambiente che integra quelle diverse risorse e fonti di informazioni e conoscenze interne ed esterne alla scuola. Una forma di quaternario da digitale che crea valore esplorando la complessità della modernità, secondo processi non lineari in cui mondo umanistico e tecnico-scientifico dialogano tra loro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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