8.2 C
Campobasso
sabato, Maggio 4, 2024

Guido Messore, Canto al Molise

EditorialiGuido Messore, Canto al Molise

di Giovanni Mascia*

La serata di presentazione del volume di Guido Messore, Canto al Molise, che accoglie i versi e le musiche di 16 canti al Molise, da lui composti su testi dialettali dei poeti molisani Emilio Spensieri, Nicolino Di Donato, Nicola Iacobacci Angelo Palladino e Rosa de Rauso Silvestri, si è tenuta nello scorso mese di ottobre, a San Giovanni in Galdo, nella suggestiva sala consiliare del municipio, ricavata tra i ruderi dell’antica chiesa parrocchiale.

L’onore di aprire e di allietare la serata è toccato agli Zig Zaghini diretti da Marco Messore, che a più riprese hanno interpretato alcuni dei canti della raccolta, dedicata per l’appunto “allo storico gruppo folk e al suo infaticabile fondatore Nicolino Di Donato”.

E proprio per ricordare la fondazione del gruppo, avvenuta sessant’anni fa, nell’ottobre del 1963, la presentazione del libro, che era stata programmata in un primo momento con le festività del mese di agosto, è stata aggiornata ad ottobre.

Complimentandosi con il maestro Messore e augurando nuovi successi e lunga vita allo storico gruppo, il sindaco arch. Domenico Credico ha dato il benvenuto al pubblico e ai relatori.
Il moderatore Giovanni Mascia ha innanzitutto onorato la memoria di Nicolino Di Donato, a pochi giorni dal primo anniversario della scomparsa, e la memoria del figlio Donato Di Donato, colonna degli Zig Zaghini, troppo presto spezzata. Ha dato quindi il via agli interventi dei relatori, presentando Vincenzo Lombardi, musicista e musicologo, nonché ex direttore della ormai ex biblioteca Albino e dell’Archivio di Stato di Campobasso.

A Lombardi, che ha firmato la presentazione al volume, intitolata Fra musica e poesia popolare molisana, è piaciuto rievocare i lontani trascorsi in paese, quando da ragazzo, insieme al padre, ha militato nella banda di San Giovanni in Galdo. Ha delineato poi il quadro culturale, musicale e poetico della tradizione molisana.

Un quadro complesso che accoglieva e armonizzava stimoli e apporti differenti: le arie popolari, il lavoro di ricerca a fine Ottocento dei canti tradizionali da parte di Melillo, D’Amato e Pittarelli, la capillare diffusione dei dilettanti del mandolino e dei complessi musicali a sostegno, l’attività dirompente di un musicista d’eccezione come Lino Tabasso, le grandi figure della poesia dialettale, la musica sacra legata alle processione e ai riti devozionali di massa, l’attenzione del regime fascista verso il mondo popolare, l’attività dopolavoristica… Tutti temi e componenti che si sono sedimentati nel mondo e nell’anima della nostra gente, con i quali il maestro Messore si è dovuto confrontare e che ha dovuto tenere in conto, nel musicare i versi dei poeti molisani che hanno colpito la sua attenzione e la sua sensibilità.

Al maestro sangiovannaro Annunziato De Rubertis, classe 1935, Mascia ha chiesto una testimonianza d’arte e di amicizia. E il pittore dei volti e del paese natio, di cui è stato giovanissimo sindaco dal 1960 al 1964, prima di trasferirsi a Campobasso dove ha insegnato e continuato a coltivare la passione della vita, la pittura, e dove quest’anno ha presentato un bel catalogo della sua opera omnia accompagnato da una mostra antologica, ha rivendicato con passione la nascita, i trascorsi, e l’anima sangiovannari.

Riandando ai tempi della fanciullezza, ha ricordato il rapporto fraterno con Nicolino Di Donato, di qualche anno più anziano, e per questo considerato un fratello maggiore. Secondo il maestro De Rubertis, quei tempi sono stati mirabilmente descritti da Nicolino nelle Storie del Fiumarello e poeticamente fissati in solo tre parole ’n cape ’a ruare: alla sommità del vicolo, là dove ferveva la vita paesana che ha segnato l’animo del poeta sangiovannaro e caratterizzato i suoi libri, tutti illustrati con disegni, acquerelli e quadri dell’amico pittore. Il quale, nonostante la mano non più ferma come in passato, ci ha tenuto a illustrare anche il Canto al Molise di Guido Messore.

Prima di passare la parola all’autore, Mascia ha ricordato che a San Giovanni in Galdo, fin dal lontano 1975 e per oltre quarant’anni, il maestro Messore è stato direttore artistico degli Zig Zaghini, ha portato avanti una ricerca sui canti popolare della tradizione, ha intrecciato un esemplare sodalizio artistico e affettivo con Nicolino Di Donato, ha coronato con Annamaria Di Donato il sogno di marito e padre di Francesca e Marco, e da qualche anno anche quello di nonno. Ne ha menzionato quindi le origini laziali, la nascita a Sant’Ambrogio sul Garigliano in provincia di Frosinone, e gli studi a Roma presso l’Istituto pontificio di Musica sacra, dove ha conseguito i diplomi in Organo, in Composizione sacra, in Direzione Polifonica e la licenza in Canto Gregoriano. Accennando di sfuggita alle composizioni, ai concerti, ai premi e ai riconoscimenti conseguiti, ha datato al 1972, a oltre mezzo secolo fa, il trasferimento in Molise, dove il musicista ha insegnato Armonia al Conservatorio di Campobasso, ha fondato il coro femminile Samniun Concentus di Campobasso e nel 1996 l’Acom, associazione cori del Molise, di cui è stato presidente fino al 2006.

Guido Messore, visibilmente e giustamente emozionato, ha affermato con forza di essere e di sentirsi molisano. Di qui il tributo sincero che ha inteso offrire alla terra di elezione. Di qui il titolo inequivocabile, Canto al Molise, dato alla raccolta delle sue composizioni, che hanno dato veste e dignità musicali ai versi degli ottimi poeti dialettali a lui legati da amicizia e stima e da lui ricambiati, nella circostanza, con parole di considerazione e affetto e con lampi di ricordi indelebili. È passato quindi a illustrare gli stimoli, le emozioni, i motivi di ispirazione dei singoli canti in una carrellata fresca, veloce e assai coinvolgente, che il pubblico attento ha mostrato di gradire molto, facilitando in tal modo la spigliatezza dell’autore, che ha concluso il suo intervento ringraziando i presenti tutti, molti venuti da fuori, per il grande onore a lui concesso.

A Giovanni Mascia, finalmente, il piacere di tirare le conclusioni, complimentandosi innanzitutto con gli amministratori e il pubblico di casa, perché a suo avviso una comunità che si racconta, e continua a raccontarsi, come quella sangiovannara, non potrà mai estinguersi. A comprova, ha plaudito al supporto costante degli Amministratori Comunali via via succeduti e all’attività benemerita di associazioni come la Società Operaia, gli Amici del Morrutto, e gli Zig-Zaghini che hanno portato in alto il nome di San Giovanni e del Molise non solo in Italia ma anche in Europa e nel mondo. Dopo di che si è prodotto in una vorticosa ridda di nomi di autori e titoli di opere dedicate a San Giovanni in Galdo, negli ultimi decenni: da Luigi Fratangelo a Nicolino Di Donato, da Annunziato De Rubertis a Simonetta Tassinari, da Antonio Salvatore a Giovanni e Marilena Marino, da Michele Rocco allo stesso Giovanni Mascia… E dulcis in fundo da Marco a Guido Messore, che in questo 2023 hanno presentato un libro a testa. Ad agosto il figlio con il secondo volume delle Storie del Fiumarello, a ottobre il padre con Canto al Molise.
Complimenti di cuore a entrambi e alla fortunata terra che ha generato il figlio e accolto con amore materno il padre.

*Scrittore, storico

Ultime Notizie