Dall’inizio dell’anno sono cinque le persone che hanno perso la vita in Molise mentre erano al lavoro. In Italia le vittime sono state 761. Maglia nera la Lombardia con 95 morti. La nostra regione e la Basilicata penultime solo prima della Valle d’Aosta.
Ma la mappatura del rischio, disegnata su indicatori dell’insicurezza dei lavoratori mette in zona rossa proprio il Molise, l’Umbria, l’Abruzzo, la Puglia e la Campania. In queste regioni chi lavora lo fa rischiando maggiormente la vita e le categorie che corrono i pericoli più elevati sono i giovanissimi e gli stranieri.
Le denunce degli infortuni sul lavoro segnano una diminuzione confortate, meno 20 per cento rispetto a settembre di un anno fa. Anche se, lo studio rivela che gli infortuni per Covid, lo scorso anno erano ancora numerosi, dunque la vera causa del decremento è la fine dell’emergenza sanitaria e non una maggiore sicurezza dei luoghi di lavoro.
L’esplosione della ditta di Casalbordino, con la morte dell’operaio di Palata, e l’incidente all’impianto di stoccaggio dei rifiuti a Montagano sono gli ultimi due incidente in ordine di tempo, ai quali vanno aggiunte le morti avvenute nelle campagne, provocate dal ribaltamento dei mezzi agricoli.
L’attività manifatturiera è il settore più colpito dagli infortuni e anche se le denunce sono calate, gli incidenti mortali sono aumentati del 3,3 per cento rispetto allo scorso anno.
Ultimo dato, lo studio dell’osservatorio della cassa degli artigiani di Mestre, rivela che per chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni l rischio di morire sul lavoro è ben superiore rispetto ai colleghi di età tra i 25 e i 34 anni 21,8 infortuni mortali ogni milione di occupati contro 13,7.