Sono ritenute le “teste pensanti” dell’organizzazione criminale dedita al traffico e allo smaltimento di rifiuti pericolosi nelle campagne del Brindisino e del Frusinate sgominata dai carabinieri gruppo per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Napoli. Con questa accusa due imprenditori, uno di Venafro e l’altro di Campomarino, sono finiti in manette insieme ad altri nove componenti di una banda su cui la Direzione distrettuale Antimafia stava concentrando da tempo le sue indagini. Manager e mediatori di un vero e proprio traffico illecito che mettevano in contatto ignare società produttrici di rifiuti urbani e speciali pericolosi con siti di smaltimento che risultavano poi inesistenti o abusivi.Â
In particolare, i due molisani finiti in manette, attraverso una società la cui sede è risultata a Isernia avevano il compito di indicare i siti di smaltimento fittizi che venivano presentati ai clienti e poi smistare i cumuli di spazzatura che venivano interrati in discariche abusive dell’alto Lazio, vicino a Sora, nei comuni pugliesi di Brindisi, Bari e Lecce, e in una ex area industriale in provincia di Salerno. Complessivamente, i carabinieri hanno accertato che sono stati interrati, occultati o bruciati circa 7mila tonnellate d rifiuti, per un giro d’affari che supera il milione di euro.
I provvedimenti cautelari, emessi dal gip del tribunale di Roma, sono spiccati nei confronti titolari di aziende di trasporto e società di intermediazione residenti nelle province di Napoli, Milano, Roma, Brindisi, Isernia, Chieti, Caserta, Frosinone e Salerno. Undici in tutto i destinatari del provvedimento indiziati per i reati di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, riciclaggio e autoriciclaggio, gestione illecita di rifiuti e realizzazione di discarica abusiva.