Libero ma sotto condizioni: la vicenda del giovane italo-palestinese Khaled el Qaisi – arrestato il 31 agosto da Israele al valico di confine di Allenby con la Giordania senza che finora gli siano state formalizzate accuse – ha avuto uno sviluppo positivo ma non si è ancora conclusa. Il tribunale di Rishon LeTzion ha infatti stabilito la scarcerazione di El Qaisi, imponendogli al tempo stesso per 7 giorni (fino all’8 ottobre) di risiedere nei Territori con libertà di movimento ma senza poter espatriare in quanto il suo passaporto è stata trattenuto dalle autorità. Fino a quel giorno l’italo-palestinese – che è sposato con la campobassana Francesca Antinucci – sarà a disposizione della magistratura israeliana. Le condizioni – secondo fonti ben informate – sono legate alle indagini sul suo conto ancora in corso da parte delle autorità inquirenti. Del rispetto delle condizioni si è fatto garante un parente del giovane ed è stata pagata una cauzione a quanto risulta di modesta entità. E’ probabile che El Qaisi – seguito in Israele dall’avvocato Ahmad Khalifa – vada a stare a casa dei parenti che si trovano a Betlemme ma questo non gli impedirà che possa spostarsi in altre località della Cisgiordania. Quello che potrà succedere l’8 ottobre nessuno è in grado di dirlo con certezza, visto che le indagini sono ancora in corso e che le accuse non sono state finora rese note. Quella di oggi è stata la quarta udienza sul caso dopo quelle passate che avevano prorogato la detenzione. Una detenzione cautelare che – come aveva spiegato la famiglia di El Qaisi lo scorso 21 settembre – sarebbe decaduta se entro tre giorni dal primo ottobre le autorità israeliane non avessero presentato prove a suo carico. Ora quindi El Qaisi – di padre palestinese e madre italiana – è libero ma la sua situazione resta ancora sotto esame fino all’8 ottobre. El Qaisi si trovava con la moglie e il figlioletto quando – dopo un periodo di vacanza trascorso a Betlemme – fu prima fermato e poi arrestato al valico di Allenby e trasferito – come si seppe successivamente – in prigione a Petah Tikva. Alla coppia furono sequestrati i cellulari e Antinucci dovette tornare in Italia da sola. El Qaisi – iscritto al corso di laurea triennale in Lingue e civiltà orientali alla Sapienza di Roma – è il fondatore del Centro di documentazione palestinese. La rettrice dell’Ateneo, Antonella Polimeni, ha detto di aver appreso “con sollievo la notizia della scarcerazione” e di “confidare nella costante attività del ministero degli Esteri affinché Khaled possa rientrare in Italia al più presto”. “Speriamo che al termine di questi sette giorni e dopo un mese di carcere senza sapere perché, questa storia finisca presto e bene”, ha auspicato anche il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury. Per la liberazione del giovane nei giorni scorsi si sono mobilitate anche le istituzioni locali in Molise.
Gigafactory di Termoli, Acc a confronto con Governo e sindacati: lavori nelle prossime settimane. Pronto bando per assunzioni
Alcuni lavori per la gigafactory di Termoli potranno partire già nelle prossime settimane …