La conta è già in corso. Ma con l’aria che tira nel Pd, l’idea di scegliere il prossimo segretario regionale del partito con il vecchio sistema dei delegati al congresso si sta scontrando con la linea impartita dal Nazzareno.
Non è in discussione, almeno per ora, il nome del Pd, ma la segretaria, da sei mesi al timone, ha deciso di seguire la rotta che cambierà forma al partito, nel segno del movimentismo, dell’apertura a mondi esterni e, soprattutto, al famoso popolo dei gazebo che ha incoronato leader proprio Elly, a discapito dei pronostici che davano per certa la vittoria di Bonaccini.
La Schlein appare decisa a evitare che la scelta dei vertici nelle regioni, sia solo un gioco di correnti, di somme di tessere sui nomi decisi dai capibastone.
Quasi un azzardo che però ha già prodotto 30mila nuove iscrizioni al partita: 11mila non aveva mai posseduto una tessera.
Aggiornare, è la parola d’ordine e soprattutto aprire le porte a tutti. Dunque, in Molise, i vertici del partito e nella fattispecie l’assemblea regionale, è messa davanti ad un bivio: seguire le indicazioni che arrivano da Roma, oppure la linea della segreteria locale?
Su questo interrogativo si è arenata la discussione durante i lavori della settimana scorsa: da un lato la richiesta di aprire l’indicazione di chi dovrà guidare il partito affidandosi ad un voto aperto, dall’altro far scegliere solo agli iscritti al Pd. Un dualismo che ormai affonda le radici nella precedente legislatura e che si è avvitato su quasi tutte le decisioni da assumere.
Non basta cambiare la testa del partito, va intanto ripetendo la Schlein, ma bisogna farlo anche nei territori. Un piano che incontrerà resistenze e molti mal di pancia. Ma una scommessa è stata già vinta sei mesi fa e la segretaria pare già pronta alla prossima.

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