La questione migranti è argomento sul quale si stanno confrontando le nazioni europee. Tema su cui lavora il Governo italiano è quello dei Centri di permanenza per i rimpatri.

“In Molise, da quello che mi risulta, non abbiamo una struttura idonea da adibire a Cpr – ha dichiarato il presidente della Regione Francesco Roberti – anche perché è indispensabile, da quanto ho capito la recinzione, quindi non si può usare il primo albergo dismesso”. Parole riportate dall’agenzia Lapresse e riprese anche dalla stampa nazionale. “Questa storia della recinzione non mi entusiasma – ha detto – soprattutto in una prospettiva di accogliere famiglie con bambini, che magari possono venire a vivere in pianta stabile nel nostro territorio, già fortemente spopolato. Oggi siamo meno di 300mila residenti molisani e – ha continuato Roberti – l’amministrazione si fa in forza dei numeri. Io sarei dell’opinione di costruire qualcosa di accettabile anche in una diversa prospettiva, ma devo fare il punto con il Ministro e poi potrò dire qualcosa di più preciso in merito. La quota migranti destinata al Molise – ha affermato poi il presidente della Regione – è di 100 persone da accogliere per 18 mesi in un Cpr che però bisognerebbe ricostruire ex novo, e anche di questo parlerò a Roma con il Ministro dell’Interno Piantedosi”.

La Prefettura di Campobasso, da quanto si apprende, starebbe individuando un’area. “Non so quale sia ed è un argomento di cui parlare bene” ha spiegato il Governatore. “Di sicuro – ha aggiunto – il villaggio temporaneo a San Giuliano di Puglia mi è stato detto non andar bene, quindi quell’opzione è uscita dal ventaglio delle possibilità”.

“Sono certo – ha invece detto il Senatore Costanzo Della Porta – che il Molise farà la sua parte e sarà a disposizione del Governo per affrontare e risolvere la questione migratoria in maniera strutturale. Il nuovo provvedimento governativo – ha rimarcato – prevede tra le altre cose la creazione di questi nuovi centri per il rimpatrio da dislocare nelle Regioni privilegiando siti aree esterne ai centri urbani e in strutture che assicurino l’assoluto rispetto della dignità della persona”.

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