Non più droga e riciclaggio. O almeno non solo quelli. Ora i nuovi canali in cui si muove la criminalità organizzata sono il turismo, lo stoccaggio dei rifiuti e, dal dopo Covid, gli interventi programmati e finanziati con i fondi del Piano nazionale di ripartenza e resilienza.

La fotografia scattata dalla Direzione investigativa antimafia è stata illustrata in Parlamento nella relazione semestrale sulle attività illecite. Da tempo il Molise è tra gli osservati speciali degli investigatori. E negli ultimi anni, il coefficiente di rischio è salito in maniera progressiva.

Da due regioni confinanti arrivano i pericoli maggiori. Le zone del Sannio e del Matese, dicono gli osservatori della Dia, restano quelle potenzialmente più critiche, anche se in nessun caso è stato accertato un insediamento mafioso stabile e strutturale di clan malavitosi.

Cellule criminali sconfinano in Molise dalla Campania. Si tratta per lo più di incursioni riconducibili al traffico di droga, al riciclaggio di denaro, pulito e reinvestito in alcuni casi nel settore del turismo e nello stoccaggio dei rifiuti-

Nel tempo, rilevano gli esperti dell’antimafia, la vicinanza con la Campania ha favorito una graduale ‘migrazione’ nel territorio molisano di pregiudicati d’origine napoletana e casertana che ha esposto e province di Campobasso e Isernia alla pericolosa influenza di gruppi criminali di matrice camorristica.

“Non si può escludere – avvertono dalla Direzione antimafia – che lo sconfinamento della criminalità possa trovare una verosimile ragione negli indotti generati dal Pnrr”.

Ma quello che allarma di più nella relazione, è il nuovo capitolo che riguarda la cosiddetta Società foggiana, nota anche come ‘quarta mafia’. Cosche ferocissime che negli ultimi anni hanno insanguinato la Capitanata e la città di Foggia e che ora stanno individuando nuove aree di espansione in cui la manovalanza dei piccoli criminali, come quella molisana, favorisce ampie manovre di assoggettamento da parte dei sodalizi foggiani.

Numerose e recenti inchieste hanno evidenziato la presenza di malavitosi della Società foggiana in Molise, legata soprattutto al traffico di droga, talvolta, anche mediante canali della camorra napoletana.

Un connubio che ha il sapore della spartizione del territorio che, sebbene piccolo, rischia sempre di più di diventare terreno di conquista

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