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lunedì, Aprile 29, 2024

Omicidio Di Natale, il pm chiede 21 anni per De Vivo: “Ma non ci fu premeditazione”

AperturaOmicidio Di Natale, il pm chiede 21 anni per De Vivo: "Ma non ci fu premeditazione"

Subito dopo aver colpito a morte Cristiano Micatrotta, Gianni De Vivo urlò ‘E’ stata legittima difesa, mi sono difeso’ ma nulla disse sul coltello che aveva appena utilizzato”. E’ questo uno dei passaggi della requisitoria del pubblico ministero Viviana Di Palma al processo per l’omicidio di Natale a Campobasso, avvenuto due anni fa. Il sostituto procuratore ha parlato per un’ora e quindici minuti chiedendo alla fine una condanna a 21 anni e 3 mesi per Gianni De Vivo. “Responsabile di omicidio volontario – ha detto – oltre ogni ragionevole dubbio”. E non è mancato il colpo di scena perché il pm ha rinunciato a chiedere la premeditazione che invece all’imputato è stata contestata nel rinvio a giudizio. “Quella sera De Vivo non disse mai: ‘il coltello non è mio’ e non si preoccupò di soccorrere la vittima o di chiedere come stava”. L’autore del delitto riteneva di aver subito un ‘pacco’ nella cessione di cocaina e per questo era fuori di se. “Fece un centinaio di telefonate in pochi minuti – è sempre la ricostruzione fatta in aula dal pm – prese il coltello in casa sua e se lo nascose addosso, era arrabbiatissimo. Colpì la vittima con forza, non fu legittima difesa”. Per la procura dunque non ci sono dubbi sul fatto che De Vivo uccise volontariamente Micatrotta ma non premeditò il delitto. In aula ad ascoltare la requisitoria, oltre all’imputato, c’erano anche la fidanzata di Micatrotta e i suoi familiari. I loro avvocati di parte civile, Fabio Albino e Roberto D’Aloisio, hanno voluto ricordare chi era la vittima di questo omicidio. “Cristiano – ha detto Albino – era un bravo ragazzo, non era uno spacciatore ed era estraneo al mondo della droga. Stava per sposarsi ed era solito intervenire sempre a favore del prossimo. Al suo funerale c’erano migliaia di persone”. Sempre Albino su De Vivo ha accusato: “Non ha mai chiesto scusa e in aula ha reso dichiarazioni assurde”. 

Aalle 13, al termine della requisitoria del pm e degli interventi degli avvocati di parte civile, sono cominciate le arringhe degli avvocati difensori dell’imputato, arringhe che proseguiranno nell’udienza di giovedì prossimo. Secondo Mariano Prencipe non è vero che il giovane quella sera non disse nulla: “Disse subito di essere stato aggredito e di essersi difeso – ha affermato l’avvocato – e quella notte stessa al magistrato esternò il suo dispiacere per l’accaduto affermando di aver distrutto due famiglie”. Prencipe ha poi sottolineato che anche un testimone ha riferito che De Vivo accoltello la vittima dopo aver ricevuto un calcio e che mezz’ora prima del delitto, sempre De Vivo, chiamò la sua compagna chiedendole di raggiungerlo per passare insieme la notte di Natale. “E’ la dimostrazione – ha detto il legale – che non aveva intenzione di uccidere. Sull’arma del delitto l’avvocato ha concluso: “Non ci sono prove che il coltello era di De Vivo e anche il pm qui in aula non ne ha portate”.

Giovedì prossimo, dopo la conclusione delle arringhe difensive e le repliche delle parti, la Corte si ritirerà in camera di consiglio per emettere la sentenza.

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