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sabato, Maggio 18, 2024

Artigianato, la lenta agonia. Dati negativi del Molise che si colloca tra le prime quattro regioni dove la crisi è più evidente

AperturaArtigianato, la lenta agonia. Dati negativi del Molise che si colloca tra le prime quattro regioni dove la crisi è più evidente

Non si arresta il declino dell’artigianato in Italia. Dal 2012 il numero degli artigiani è sceso di circa 325mila unità, pari ad un meno 17,4%. I giovani sono sempre meno interessati a lavorare in questo settore ma anche chi ha esercitato per anni la professione e non ha ancora raggiunto l’età pensionabile, preferisce chiudere la partita Iva e continuare a lavorare ma come dipendente. Le imprese familiari si stanno estinguendo. L’analisi è dell’ufficio studi della Cgia di Mestre. La chiusura progressiva delle botteghe artigiane impoverisce il Paese, cambiando spesso volto al paesaggio urbano, rendendo anche più insicuri i centri storici.
Tuttavia ci sono anche settori artigiani che stanno vivendo una fase di espansione e sono quelli del benessere e dell’informatica.Si continua a registrare un costante aumento degli acconciatori, degli estetisti e dei tatuatori e sono in decisa espansione ma anche i sistemisti, gli addetti al web marketing, i video maker e gli esperti in social media. Purtroppo l’aumento di queste attività è insufficiente a compensare il numero delle chiusure presenti nell’artigianato storico. I dati che riguardano il Molise parlano di una diminuzione delle attività artigianali, negli ultimi dieci anni del 20,4%. Dato negativo che pone la nostra regione al quarto posto. Al primo c’è l’Abruzzo con un – 24,3%. A livello provinciale, Campobasso si colloca in 24esima posizione con un saldo negativo di impresa pari a 1.393, per il 20,9%. Isernia è al 4oesimo posto, con la perdita di 506 attività , con una diminuzione del 19,3%. Calzolai, corniciai, fabbri, falegnami saranno sempre più rari. Un patrimonio che rischia di scomparire.

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