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mercoledì, Maggio 1, 2024

Festival del Morrutto, l’ospite di quest’anno è Omar Pedrini

CronacaFestival del Morrutto, l'ospite di quest'anno è Omar Pedrini

Sarà Omar Pedrini l’ospite di punta della tredicesima edizione del Festival del Morrutto, in programma a San Giovanni in Galdo il 19 e 20 agosto prossimi. Il cantante sarà protagonista di un atteso concerto (ingresso gratuito) la sera di domenica 20 agosto. Per Pedrini sarà l’unica data dell’estate con band al completo in tutto il centro sud Italia Lo ‘Zio Rock’, apprezzatissimo cantautore e chitarrista, da sempre considerato uno dei nomi simbolo del rock italiano, storico ex leader dei Timoria, ha al suo attivo una carriera eccezionale con una ventina di dischi pubblicati, quasi 200 canzoni e 1.500 concerti alle spalle. A San Giovanni in Galdo Omar Pedrini (chitarra e voce) sarà accompagnato sul palco da Davide Apollo (voce), Carlo Poddighe (chitarra, tastiere e voce), Stefano Malchiodi (batteria), Mirco Pantano (basso e voce), Simone Zoni (chitarra e voce). Nel programma del Morrutto di quest’anno ci sono anche il concerto dei Luppoli, la sera di sabato 19 agosto, e la tradizionale festa di chiusura “Radio Morrutto”, in programma domenica 20 dopo il concerto di Omar Pedrini. Il Festival è organizzato nel caratteristico borgo del paese dall’Associazione Amici del Morrutto, in collaborazione con il Comune di San Giovanni in Galdo e con la locale Società Operaia. Negli angoli più suggestivi del centro storico in programma tanti eventi tra concerti, performance live, mostre, escursioni, visite guidate e street food.

LA BIOGRAFIA DI OMAR PEDRINI

GLI ESORDI | 1980-1989

All’inizio degli anni anni ottanta a Brescia il principale momento di incontro per le band esordienti è il concorso Deskomusic ed è proprio qui che prendono forma i Precious Time. Omar Pedrini oltre ad essere il chitarrista e leader è autore dei testi e delle musiche. La formazione degli albori vede lui, Francesco Renga voce, Diego Galeri batteria, Enrico Ghedi tastiere e Pietro Paolo Pettenadu al basso che in un secondo momento sarà sostituito da Davide Cavallaro. Nel 1987 matura la scelta di cambiare il nome in Timoria, termine derivato dal greco (τιμωρια), che può significare punizione ma anche vendetta. È proprio il desiderio di rivalsa, soprattutto nei confronti di chi li ha sempre giudicati dei perditempo, a spingerli alla scelta del nome definitivo. Sempre nel 1987 partecipano a un altro concorso, stavolta più prestigioso, il Rock Targato Italia dove vincono un provino con la Polygram. È un anno ricco di soddisfazioni per il gruppo che inizia a esibirsi dal vivo con grande frequenza, finendo per totalizzare circa 30 mila presenze ai propri concerti estivi. Nell’ottobre del 1988 presentano il mini-LP “Macchine e dollari”. La formazione definitiva debutta il 13 giugno a Firenze in un concerto di solidarietà dedicato agli studenti di piazza Tienanmen.

 

I PRIMI ALBUM | 1990-1992

 

Dopo la pubblicazione di alcuni singoli e mini-LP arriva finalmente nell’aprile del 1990 il primo album “Colori che esplodono” che vede alla produzione Gianni Maroccolo, in passato bassista dei Litfiba. Il titolo dell’album è un chiaro omaggio di Omar Pedrini ai grandi artisti del passato come Van Gogh che hanno esaltato lo stretto legame tra le varie espressioni artistiche. Dall’album viene estratto il singolo Milano (non è l’America) di cui viene realizzato il primo videoclip corredato da immagini inedite di Wim Wenders. Il gruppo riparte per un tour che tocca 35 città italiane e li porta ad esibirsi a Parigi il 21 giugno per l’annuale festa della musica. Il tour va avanti fino alla fine degli anni novanta. Nei ritagli di tempo, Omar Pedrini abbozza i brani da inserire nel nuovo disco, progettato per la primavera del 1991. Il 1991 inizia con un’insolita quanto coraggiosa partecipazione al Festival di Sanremo voluta dal loro manager. I Timoria si presentano con “L’uomo che ride”. L’apparizione al Festival è davvero veloce dato che vengono eliminati già nel corso della prima serata. Nonostante ciò, i Timoria smuovono qualcosa tra gli addetti ai lavori, tanto che i giornalisti decidono su due piedi di istituire un premio della critica riservato alle nuove proposte e lo assegnano subito al gruppo. “L’uomo che ride” viene inserita nel secondo album del gruppo, “Ritmo e dolore”, che esce nel marzo dello stesso anno e vede nuovamente Gianni Maroccolo alla produzione. All’inizio del 1992 i Timoria cambiano manager, e subentra Angelo Carrara, famoso in quel periodo per la sua collaborazione con Luciano Ligabue. Nel maggio dello stesso anno viene pubblicato “Storie per vivere”. Il disco non decolla e il gruppo sembra aver perso la voglia di suonare, così Carrara decide di far ripubblicare Storie per vivere con l’aggiunta di una canzone firmata dal suo pupillo Ligabue, “Male non farà”. Ligabue stesso, rimasto particolarmente colpito dalle abilità del quintetto di Brescia, decide di portarlo con lui come gruppo spalla nel suo Lambrusco, coltelli, rose & popcorn Tour. L’entusiasmo rientra nelle vene dei Timoria, che si danno una scadenza: il prossimo disco deve essere quello definitivo, il migliore, quello del salto di qualità, altrimenti si chiude bottega.

IL SUCCESSO DEI TIMORIA | 1993-1998

Nel 1993, dopo aver lavorato incessantemente, esce “Viaggio senza vento”, una sorta di rinascita per il gruppo bresciano. Il lavoro viene da loro ritenuto il migliore e alla presenza di ospiti famosi come Eugenio Finardi, Mauro Pagani e Candelo Cabezas. Le radio cominciano a passare i brani del nuovo CD e le vendite decollano, permettendo al gruppo di aggiudicarsi il primo disco d’oro della carriera, grazie a oltre 40.000 copie vendute in meno di un anno. Molto successo ottengono soprattutto i singoli “Senza vento”, un vero e proprio inno generazionale, e “Sangue impazzito”, forse il brano più rappresentativo della discografia del gruppo. Segue un tour lunghissimo di 90 date in dieci mesi, che permette ai Timoria di farsi ascoltare da quasi 200 mila persone. I fans diventano sempre più numerosi. Tra i concerti più importanti, sicuramente l’edizione di Sonoria del 1994, festival rock italiano dal cast eccellente, che li vede sul palco con Sepultura, Helmet, Aerosmith e Whitesnake. Alla fine dell’anno i Timoria tornano in studio, per lavorare al nuovo album. Nel marzo del 1995 esce “2020 SpeedBall”, nuovo album con una copertina shock e un titolo che è un atto d’accusa contro la droga. I Timoria riconfermano il successo del disco precedente, ottenendo il loro secondo disco d’oro per le vendite, e questo permette loro di esibirsi anche in Belgio, Svizzera, Germania e Francia, dove il tour è particolarmente lungo e pone le basi per futuri rapporti, tanto umani quanto musicali. Nel luglio del 1996 Omar Pedrini pubblica “Beatnik – Il ragazzo tatuato di Birkenhead”, il suo primo album solista, mentre fervono già i preparativi per il nuovo album dei Timoria, impegnati di continuo a suonare tra Italia e Francia. Il disco esce nel febbraio del 1997 ed è il lavoro più sperimentale della carriera dei Timoria, con una grande contaminazione di diversi stili musicali: si passa dal jazz al rock, dal metal al gospel, con alcuni sprazzi di poesia. Nel 1998 Francesco Renga decide di lasciare il gruppo. Prima di abbandonare partecipa alla pubblicazione dell’antologia “Senzatempo (Dieci Anni)” che celebra i 10 anni di carriera della band bresciana.

IL NUOVO CICLO | 1998-2003

Nel 1999 i Timoria realizzano “1999”, primo album senza Francesco Renga. Nel mese di marzo inizia anche un nuovo tour che culmina, dopo più di ottanta concerti, il 31 dicembre in Piazza della Loggia a Brescia con un concerto per il nuovo millennio. Nel 2001, dopo un anno di pausa, viene pubblicato “El Topo Grand Hotel”, decimo lavoro del gruppo e loro secondo concept album. Nel 2002 i Timoria partecipano per la seconda volta, stavolta nella categoria Big, al Festival di Sanremo con il brano “Casa mia” poi inserita nel nuovo disco “Un Aldo qualunque sul treno magico”, uscito il 5 aprile dello stesso anno. Poco dopo il gruppo si congeda con un doppio cd live nel 2003 dal titolo “Timoria Live – Generazione Senza Vento”, registrato all’Alcatraz e al Leoncavallo di Milano.

LA CARRIERA SOLISTA

Nel 2002, con l’uscita del doppio cd dal vivo si conclude l’esperienza con i Timoria ed inizia il nuovo percorso artistico. Già nel 1996 Pedrini aveva sperimentato la navigazione solitaria con il disco musical-letterario “Beatnik – Il ragazzo tatuato di Birkenhead”. Nel 2004 debutta da solista al Festival di Sanremo con “Lavoro inutile” ricevendo il premio speciale per il miglior testo che si aggiunge al precedente premio della critica per “L’uomo che ride” con i Timoria nel 1991. Dopo il festival esce il suo secondo CD da solista “Vidomar”. Nel giugno del 2002 è costretto ad interrompere ogni attività a causa di una delicata operazione subita dopo un aneurisma aortico. Dopo un intervento a cuore aperto di otto ore la sua carriera di cantante sembra conclusa per sempre. Dopo l’estate 2004 torna al lavoro e a fine anno inizia a collaborare con la Rai come autore del programma sperimentale “Robin Hood”. Tra il 2005 e il 2007 scrive e conduce “Nu-Roads”, brevi pillole su nuove tendenze e gruppi folk in onda sabato pomeriggio su Rai 2. Sempre per la Rai scrive “Milano in Musica”, andato in onda a fine 2005. Dal 2005 è anche docente di “Laboratorio di composizione e realizzazione di una canzone pop” presso il Master in Comunicazione Musicale per la Discografia e i Media dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Nell’estate 2005 i medici gli danno il permesso di tornare ad esibirsi e dopo molti mesi di inattività riprende i live in acustico tornando a collaborare con altri componenti dei Timoria come Enrico Ghedi (tastiere) e Filippo Ummarino (percussioni). Il 26 maggio 2006 esce il suo terzo album da solista “Pane burro e medicine”, anticipato dall’ironico singolo “Shock” che rievoca la sua malattia, parla di amore, della gelosia che sfocia in pazzia, del fascino dell’adolescenza. Nel biennio 2007-2008 continua l’attività di autore e conduttore televisivo con nuove puntate di “Nu-Roads” e presenta su Rai2 il programma “School of Rock”. Nel 2009 approda sul canale satellitare Gambero Rosso con Gamberock. Nel 2010 è il testimonial musicale della nascente Rai 5 per la quale scrive e conduce “Rock e i suoi fratelli”. Nel 2011 esordisce alla radio su Rai Isoradio e come autore di “Contromano” conquista le cuffie d’oro per miglior esordio. Il 23 giugno 2010 esce un nuovo album intitolato “La capanna dello Zio Rock”, descritto dallo stesso Pedrini come un bel discone con tutto il meglio dei Timoria più alcuni inediti. Nel 2011 è in tour con la sua band e realizza la title track della colonna sonora del film “Il figlio più piccolo” di Pupi Avati in cui interpreta anche un cameo. Tra l’autunno del 2012 e la primavera del 2013 è sugli schermi di Rai 5 con il suo nuovo programma “Pop – Viaggio dentro una canzone” che racconta la genesi ed i retroscena delle canzoni di maggior successo del panorama musicale italiano. Nel 2013 lavora ad un nuovo album, dalle forti sonorità brit-pop registrato a Manchester dopo un incontro con Noel Gallagher e il produttore degli Oasis. Il 3 gennaio 2014 è in rotazione radiofonica il singolo “Che ci vado a fare a Londra?” che anticipa l’uscita dell’omonimo album distribuito dalla Universal. Il 12 maggio 2017 pubblica l’album “Come se non ci fosse un domani” per Warner Music. L’album, registrato e masterizzato tra le Officine Meccaniche di Milano, il Poddighe Studio di Brescia e Londra, esce a tre anni di distanza dal precedente lavoro e segna un nuovo inizio nella vita di Omar Pedrini, quello che lui stesso definisce il suo “terzo tempo”, dopo l’ultimo intervento a cuore aperto dell’ottobre 2014. Al suo interno, l’album contiene importanti collaborazioni con Noel Gallagher, Ian Anderson (Jethro Tull), Lawrence Ferlinghetti e la Royal Albert Hall College Orchestra. Il 30 settembre 2017 esce nelle librerie “Cane sciolto”, edito da Chinaski Edizioni: un romanzo scritto a quattro mani con lo scrittore Federico Scarioni, che racconta la biografia intensa di Omar fatta di coraggio, scelte in controtendenza e momenti difficili. La prefazione è scritta da Manuel Agnelli (Afterhours). Nell’ottobre del 2018, per il 25º anniversario della pubblicazione di Viaggio senza vento, l’album viene ripubblicato in un’edizione speciale, contenente le versioni demo di alcuni brani e l’inedito Angel, registrato nel 1994; viene inoltre organizzato un tour che registra 50 concerti sold-out in giro per l’Italia, con l’esibizione del 2 dicembre 2019 al Fabrique di Milano che viene registrata e pubblicata sotto forma di album dal vivo nell’ottobre del 2020. Il 19 dicembre 2018 presenta il libro Angelo ribelle, edito da La nave di Teseo, contenente riflessioni dell’artista sia sul proprio percorso che su tematiche più di ampio respiro, quali il consumo di droga, la difficile situazione economica delle generazioni più giovani e il rapporto con la natia città di Brescia. Dopo aver subito l’ennesima operazione al cuore nello scorso mese di aprile, a giugno ha pubblicato il suo atteso nuovo disco di inediti “Sospeso”.

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