E’ tra le prime cause di morte violenta nella nostra regione. Con maggiore frequenza d’estate. Il trattore che si ribalta e, molto spesso, contadini in età avanzata restano schiacciati dal mezzo.
L’incidente di Baranello ha riproposto la pericolosità di queste particolari macchine agricole la cui instabilità viene peraltro messa alla prova anche per l’utilizzo che molti agricoltori ne fanno in terreni impervi e scoscesi.
L’episodio accaduto sabato mattina ne ha accentuato la drammaticità per via del fatto che le vittime erano moglie e marito, accomunati anche dallo stesso tragico destino. Morti mentre lavoravano per procurarsi legna.
E proprio la sicurezza mentre si lavora è il tema sul quale ha riacceso i riflettori la Coldiretti che da sempre insiste sulla necessità di ridurre i rischi per gli agricoltori che utilizzano trattori ed altri mezzi meccanici per mandare avanti la propria azienda.
La stessa Coldiretti tiene periodicamente corsi teorici e pratici per guidare trattori e più in generale mezzi agricoli, ai quali possono partecipare tutti gli imprenditori.
Ma nella maggior parte dei casi le vittime di incidenti sono persone avanti con gli anni e che hanno alle spalle solo una esperienza di anni alla guida.
Ma dall’associazione di categoria fanno notare che spesso i mezzi sono vecchi e obsoleti, non a norma come prevede la legge, ma lo stesso impiegati nelle campagne.
Macchinari vecchi e nessun ricambio generazionale, dicono alla Coldiretti, costituiscono un pericoloso connubio per un’agricoltura che per decenni ha trainato l’economia regionale e che ora, con lo spopolamento e l’allontanamento dei giovani dalle campagna, rischia di spegnersi in modo lento e inesorabile.
Tragedia nei campi a Baranello, Coldiretti lancia un appello sulla sicurezza
