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martedì, Marzo 19, 2024

Il culto micaelico di Sant’Angelo in Grotte

EditorialiIl culto micaelico di Sant’Angelo in Grotte

di Giuseppe Pisani*

Dopo essersi inerpicati per agevoli stradine tortuose che ti riservano scorci poetici ed ameni, all’improvviso ti appare un piccolo borgo di origine longobarda : Sant’Angelo in Grotte, che molti si portano nel cuore. Altri vi sono affezionati perché e il loro luogo di villeggiatura, per moltissimi
è li ricordo della mitica fiaccolata con incendio del campanile “la Piedigrotta del Molise”, che
puntualmente si tiene da circa un secolo, si può rivivere il secondo sabato di maggio alle ore
21.00, in onore di S. Michele Arcangelo.

Il culto micaelico dal mondo bizantino a quello carolingio, si diffuse con le radici stesse dell’Europa cristiana, il rapido propagarsi di tale fama, avvolta nel mistero, si fa addirittura risalire ai primordi dell’evangelizzazione dopo aver assorbito credenze e
riti dal mondo orientale e dai culti pagani. Ancor più oscuro è stabilire come, dall’area mediterranea, il culto dell’Arcangelo sia arrivato fino in Normandia e per quale ragione si sia radicato cosi fortemente tra i Longobardi.

Per quasi tutti gli uomini, di qualsiasi origine, epoca e condizione, il culto micaelico rispondeva e risponde a bisogni antichissimi, trasposti in chiave
cristiana attraverso precise funzioni simboliche. Da qui anche il forte richiamo di pellegrini che si recano nella grotta di Sant’Angelo in Grotte per fede, per penitenza, per scoprire li desiderio della
ricerca e del trascendente. Nell’immaginario turistico è il luogo di una cultura raffinata. Le antiche pietre, la bellezza del paesaggio e i tesori artistici della “Cripta con affreschi di scuola senese,
raffiguranti le Sette Opere della misericordia” sono la vera ricchezza di questo Paese. Questi
giacimenti culturali e paesaggistici spesso si ritrovano in quei luoghi di un Italia minore, toccata
dalla diminuzione delle attività e dei servizi e dalla caduta demografica. Preserviamone l’identità
valorizzandone le ricchezze e offrendole al visitatore più attento. Raduniamo il meglio di
quest’Italia. Facciamo in modo che si sviluppi quel “turismo di prossimità” che riesce a collegare
le realtà delle più piccole comunità con le esperienze turistiche più evolute.

*Giuseppe Pisani
Ricercatore di peculiarità e storia di borghi e paesi del Molise

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