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giovedì, Aprile 25, 2024

I medici ospedalieri molisani? La metà si dice vittima di sindrome da stress lavorativo. I dati del Fadoi

AperturaI medici ospedalieri molisani? La metà si dice vittima di sindrome da stress lavorativo. I dati del Fadoi

Lavorare all’interno degli ospedali molisani è sempre più stressante e difficile. A dirlo sono i dati diffusi da Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri, nel corso dell’ultimo congresso nazionale che si è svolto a Milano. I dati che riguardano la condizione lavorativa dei medici molisani sono preoccupanti. La metà di essi riferisce di essere in burn-out , cioé di essere vittima di una sindrome da stress lavorativo, caratterizzata da esaurimento emotivo, irrequietezza, apatia, depersonalizzazione e senso di frustrazione. Non solo: ben il 60% dichiara di aver pensato di licenziarsi nell’ultimo anno. Secondo lo studio di Fadoi, inoltre, la metà dei camici bianchi riferisce di sentirsi emotivamente sfinito e di lavorare troppo duramente, e il 40% di essere frustato dal proprio lavoro. Nonostante le percentuali, rileva l’indagine, il medico molisano non perde la propria passione per la professione: il 70% dichiara di affrontare efficacemente i problemi dei propri pazienti e di influenzare positivamente la vita di altre persone attraverso il proprio lavoro. Solo il 30% teme che il proprio lavoro possa con il tempo indurirlo dal punto di vista emotivo. E poi c’è il Covid. Un’esperienza drammatica che ha lasciato il segno non solo su chi si è ammalato ma anche sugli operatori sanitari. Il Covid, nel 60% dei casi, infatti, ha influenzato negativamente la vita dei medici molisani. “Depressi, stressati e in perenne carenza di sonno per orari di lavoro che vanno ben oltre il lecito, carichi di lavoro impossibili da gestire. Il tutto aggravato da mancanza di riconoscimento del valore di quanto viene fatto con competenza professionale, un numero di pazienti per medici e posti letto che rende quasi impossibile instaurare un rapporto empatico con i propri assistiti e la burocrazia che rende tutto ancora più difficile”, è questa l’analisi, impietosa, di Fadoi, che ricorda anche come i medici internisti “da soli assorbano un quinto di tutti i ricoveri”. Una situazione che rappresenta “una minaccia per la loro salute ma anche per quella dei pazienti, visto che lavorare quando si è in burnout significa aumentare il rischio di commettere un errore sanitario, è la denuncia della Federazione di categoria. “Questi risultati – ha commentato Concetta Mancini, Presidente Fadoi Molise – vanno interpretati in una prospettiva di necessario cambiamento dell’assetto organizzativo orientato verso scelte di riqualificazione dei reparti di Medicina e di valorizzazione del singolo professionista”. Un cambiamento auspicato da più parti ma che ad oggi è rimasto un appello caduto nel vuoto.

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