Bisognerà attendere il rientro a Roma di Paola Taverna, una dei pezzi da novanta del Movimento cinque stelle, nelle cui mani potrebbe esserci il destino dell’accordo per il candidato alla presidenza della Regione, nel terreno del centrosinistra.
Con lei attende di confrontarsi Davide Baruffi, appena chiamato da Elly Schlein a occuparsi degli enti locali per la segreteria del Partito Democratico. La partita, dunque, si giocherà su uno dei tavoli romani dopo che i due leader Conte e la stessa Schlein avranno in via definitiva saldato l’accordo per correre uniti alle amministrative di giugno.
Il passaggio nella capitale, deciso al tavolo molisano del centrosinistra dai pentastellati dopo l’enpasse in cui ci si è trovati, ha in pratica reso obbligatorio lo stesso percorso per il Pd.
Greco, Primiani e Nola, la terna proposta dai cinque stelle; Facciolla, Fanelli e Paglione quella del Pd. Poi i nomi dei cosiddetti cespugli: le civiche hanno proposto Iannacone e Gentile e a maggioranza il tavolo ha indicato il segretario del Pd. Ma è stato lo stesso Facciolla a rendersi disponibile per un passo indietro se tutti convergessero su uno stesso candidato.
L’arrivo all’ultima fermata utile di Costruire Democrazia potrebbe aver contribuito a fare chiarezza nella decisione con un’accelerazione oppure il contrario. Per ora tutti sono alla finestra in attesa che Baruffi e Taverna si incrocino in qualche corridoio romano, tra Montecitorio e Palazzo Madama.
Ancora da decidere il nuovo incontro del tavolo del centrodestra, anche questo del tutto spostato sulle sponde del Tevere. La terna che ha le quotazioni più alte è quella del sindaco di Termoli Francesco Roberti, dell’attuale assessore ai Trasporti Quintino Pallante e di Michele Iorio. Questo è il quadro ufficiale che i due tavoli confermano. Poi, come sempre accade, c’è un sottobosco di voci, si dice, indiscrezioni e veline più o meno fatte circolare ad arte che arricchiscono la scena di nomi e ipotesi. Nel centrodestra tiene sempre banco quello del Rettore Luca Brunese, che in più di qualche occasione ha lasciato intendere di non essere particolarmente interessato. Così come nel centrosinistra circola l’ipotesi del presidente del Tribunale di Isernia, Enzo Di Giacomo. Nel cielo pentastellato resta acceso il nome di Roberto Gravina. La cosa finora certa è che a un mese dalla presentazione delle liste, nomi certi non ce ne sono. E dal Molise che appena sei mesi fa venivano criticati i nomi imposti da Roma, i big locali dei partiti maggiori hanno dovuto rivolgersi ai referenti della capitale per cavare dal buco il più riottoso dei ragni. A giorni i big diranno cosa fare e su chi impostare la campagna di giugno.



