“Il Decreto Calderoli sull’Autonomia Differenziata ufficializza il progetto di disgregazione dell’unità del nostro Paese”. Sono le parole del presidente dell’Uncem, unione dei Comuni, comunità e ed enti montani del Molise Candido Paglione, secondo il quale, con questo disegno l’articolo 32 della Costituzione diventa carta straccia, perché – sostiene – il diritto alle cure e alla salute, non sarà più universalmente garantito”.
“Con l’Autonomia differenziata – aggiunge Paglione – crescerà ancora di più il divario tra le regioni, con il Molise, come in generale il Centro-sud, ad esempio, che si troverà a gestire sempre meno risorse al punto da non poter garantire servizi adeguati, con la conseguenza inevitabile di un forte aumento della mobilità sanitaria verso le regioni del Nord”.
Secondo il presidente regionale dell’Uncem ci sarà più di un passo indietro con ‘Italia tornerà alla sanità prima del 1978, con il sistema delle casse mutue, quando non era ancora stato istituito il Servizio Sanitario Nazionale. “Oggi – spiega – ci sono le assicurazioni che aumenteranno ancora di più la forbice tra i ricchi e gli indigenti e aiuteranno lo smantellamento progressivo della sanità pubblica”.
Per Candido Paglione l’unico argine alla realizzazione dell’Autonomia Differenziata, è la proposta di Legge Costituzionale di iniziativa popolare per bloccare il Decreto Calderoli. “I nostri Parlamentari – conclude – farebbero bene ad alzare la voce in questo momento decisivo per il futuro della nostra regione”.
Intanto, lo scrittore Pino Aprile, ha lanciato su chance.org una petizione chiamando a raccolta in modo particolare le popolazioni del Mezzogiorno.La raccolta firme si chiama “Non in mio nome – dissociamoci dai Si di 6 Presidenti di Regione del Sud al DDl Calderoli”.



