Spenti i riflettori sul Consiglio regionale, partiti movimenti e coalizioni accendono i motori in vista delle elezioni regionali dei prossimi 25 e 26 giugno. Ad accomunare centrodestra e centrosinistra, la presenza di molti leader possibili ma l’assenza al momento di una guida già individuata per la coalizione.
In casa centrodestra Toma ha dato disponibilità da tempo per un secondo mandato ma sono anche altre le figure in corsa per la presidenza della Regione. In casa Fratelli d’Italia papabili sono i nomi dell’assessore ai trasporti Quintino Pallante e quello del’ex governatore Iorio. Per i popolari per l’Italia il nome possibile è quello dell’ex assessore Vincenzo Niro mentre in quota Forza Italia ci sono il sindaco di Termoli, Francesco Roberti, e l’assessore regionale all’agricoltura, Nicola Cavaliere. Nel campo dei moderati, a circolare in quota UDC il nome del Presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone. Indiscrezioni recenti vanno anche in direzione di Antonio D’Aimmo, figura storicamente radicata nel centrodestra.
Anche in campo avverso, nel centrosinistra, le ipotesi sono diverse. In casa 5 Stelle i nomi che circolano sono quelli del capogruppo in Regione, Andrea Greco, al quale si affiancano quello del consigliere Vittorio Nola, del sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, di Ottavio Balducci, candidato al senato alle scorse politiche e quello del prorettore della Sapienza, Livio De Santoli.
In casa PD, a giocarsi la partita sono la capogruppo in Regione, Micaela Fanelli, il segretario regionale, Vittorino Facciolla, e Caterina Cerroni, presidente dei giovani Dem e già candidata alle scorse politiche per la camera.
Questo, al momento il parterre di riferimento ma non sono da escludere outsider provenienti sempre dalle coalizioni, dai movimenti civici, oppure indicati dalle segreterie romane. Altro alveo in cui pescare è quello dei sindaci. Sono infatti diversi i primi cittadini che potrebbero scendere in campo.
Leadership a parte, a scaldare i motori sono anche centinaia di candidati pronti a scendere in campo per quella che già si preannuncia una battaglia all’ultimo voto.