Il Museo dei Ferri Taglienti a Frosolone è uno scrigno che conserva la storia della secolare arte del forgiare le lame, che ha caratterizzato artigiani/artisti del paese. Forbici, coltelli, attrezzi da lavoro. Una storia che si è evoluta nel tempo.
Nel museo, voluto e valorizzato dal compianto sindaco Lelio Pallante, sono raccolti pezzi antichi e per i visitatori sono state allestite le vecchie botteghe con i macchinari d’epoca. Molto suggestiva, poi, la raccolta di armi da tutto il mondo, di epoche diverse: lame, pugnali, persino dalla Persia.
Da qualche giorno è arrivato nuovo materiale storico che è stato catalogato con scrupolo e arricchirà il Museo. 54 armi bianche provenienti da Napoli, armi confiscate dai Carabinieri a privati e rivalorizzate in alternativa alla destinazione usuale della rottamazione.
Ora trovano collocazione nel Museo dei Ferri Taglienti secondo i criteri storici e stilistici esposti a Villa Artemide durante il laboratorio di musealizzazione tenuto dal curatore della Mostra, il noto Archeologo Glauco Angeletti, per l’evento organizzato dalla direttrice artistica Fatima Fraraccio.
“Tra armi orientali e occidentali, false e originali, di diverso scopo e metodo d’uso, Angeletti – ha detto Fatima Fraraccio – ha regalato una lezione di antropologia identitaria in quello che è il centro molisano per eccellenza della produzione di forbici e coltelli: Frosolone”.
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