Il decreto emesso dal Commissario ad Acta per la Sanità e presidente della Regione, Donato Toma, “in teoria ci obbliga a uccidere i nostri pazienti”, da un Commissario che gestisce la sanità “ci si aspetta un minimo di competenza, l’ignoranza e il dolo quando si tratta di vite umane non è tollerabile. Rivolgo un appello al ministro della Salute, Orazio Schillaci, affinché intervenga e ponga fine a questo metodo scellerato e criminale”. Così il presidente del ‘Gemelli Molise’, Stefano Petracca, nel corso di una conferenza stampa. Sotto accusa, il decreto nel quale si stabilisce che le prestazioni per le erogazioni dei trattamenti di Radioterapia effettuate dal Gemelli Molise, vengano validate dal dirigente medico del reparto di Oncologia dell’ospedale Cardarelli. “Senza un intervento immediato – ha detto Petracca, aggiungendo che non si tratta di questioni economiche che verranno trattate in altre sedi – entro fine mese smetteremo di prendere ulteriori pazienti e inizieremo a chiudere Radioterapia”. Ancora più duro e diretto l’avvocato Fabio Verile. “Il collegio nazionale universitario e i professori ordinari delle discipline radiologiche hanno scritto alla Struttura commissariale invitandola a desistere da quella che è un’azione che si sarebbe rivelata scellerata. A scriverlo – ha evidenziato – anche l’Associazione italiana della radioterapia e oncologia clinica”. Il legale ha puntato il dito sulla questione relativa alle validazioni delle prescrizioni da parte del responsabile del reparto di Oncologia del Cardarelli: “ci sono state tantissime disfunzioni, perdite di tempo, mancate risposte e risposte errate”, con validazioni mediche del piano di trattamento, “affidate ad un oncologo che non ha competenze specifiche. Immagino – ha aggiunto – che per fare questo serva una visita medica, che non c’è stata”. In sostanza quanto richiesto dallo specialista del Gemelli sul numero dei trattamenti (schermature) da effettuare su pazienti oncologici, è stato disatteso “senza una visita, una motivazione o una spiegazione”. A questo punto Verile ha anche riferito quanto avrebbe detto il medico incaricato della questione al Cardarelli in merito alle procedure adottate: “mi hanno ordinato di fare così”, aggiungendo che la disposizione è arrivata da “uno degli ispettori dell’Asrem legato alla Struttura commissariale”. “Abbiamo demandato la cura di un paziente affetto da tumore – ha tuonato il legale – ad un medico scellerato che prende ordini da una laureata (l’ispettore Asrem ndr) in Scienze politiche. In questa sede non stiamo parlando di denaro e di questioni amministrative – ma di delitti contro la persona, di omicidio, lesioni gravissime, il decreto va immediatamente revocato”. Intanto dal Gemelli continuano a seguire un percorso ben preciso. “Il trattamento sul paziente richiede un lavoro continuo e complesso, consta di una serie di fasi che vanno a succedersi e va personalizzato – ha spiegato il direttore di Radioterapia, Francesco Deodato – la necessità di dover richiedere una validazione preventiva significa doversi fermare, chiedere l’autorizzazione e ripartire, questo è un problema. Oltretutto – ha aggiunto – molte impegnative erano sbagliate, le abbiamo rimandate indietro chiedendo di correggerle. Noi continuiamo a seguire i trattamenti che riteniamo necessari anche se la autorizzazioni non sono arrivate. In questo momento sono fuorilegge, sto facendo una cosa che non dovrei fare, ma penso esclusivamente al bene dei pazienti”.