Il 2022 si è chiuso con un bilancio negativo per il commercio al dettaglio. Lo rivela uno studio di Confesercenti su dati forniti dalle Camere di Commercio. L’anno che si è da poco concluso ha registrato oltre il 20% in meno di nuove attività commerciali rispetto al 2021. Mentre il numero di chiusure è in linea con i dati relativi agli anni pre-pandemia, il dato che riguarda le nuove aperture del 2022 è il più basso degli ultimi dieci anni, inferiore del 47,9% , non solo rispetto al 2012 ma anche rispetto al 2020, l’anno in cui è scoppiata la pandemia, seguita dal lockdown. Fattori che hanno inciso pesantemente, dando il colpo di grazia ad un settore che vive una profonda crisi. Il calo delle nuove aperture è rilevante soprattutto in Sardegna, Piemonte ed Umbria. In Molise il calo è del 4,4%. Una regione in cui sono in pochi ad investire ancora nel commercio al dettaglio, schiacciato dalla grande distribuzione e dal mercato online che proprio durante la pandemia ha registrato numeri record. In Molise, dunque, non solo non nascono nuove attività, ma quelle esistenti stentano ad andare avanti, anche se, proprio durante la pandemia, si sono rivelate fondamentali per i quartieri, ricoprendo il ruolo di attività di vicinato. Sono decine i negozi che in questi mesi hanno abbassato le saracincesche, tra l’indifferenza totale delle istituzioni. Decine di attività morte a causa della crisi e di una pressione fiscale che continua ad essere tra le più alte d’Europa. L’anno è appena iniziato ma per il settore del commercio al dettaglio non si intravede nulla di buono all’orizzonte.