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martedì, Aprile 23, 2024

Radioterapia. Il Gemelli Molise scrive al Ministro della Salute, Schillaci

AperturaRadioterapia. Il Gemelli Molise scrive al Ministro della Salute, Schillaci

Una dettagliatissima relazione di dodici pagine corredate da dati, statistiche, immagini e una robusta bibliografia scientifica internazionale accompagna la lettera con la quale, l’amministratore di Gemelli Molise, Stefano Petracca,si rivolge direttamente al Ministro della Salute, Orazio Schillaci, per fare chiarezza sulla controversa questione dei trattamenti radioterapici erogati dall’istituto privato. A firmare la relazione, il Prof. Francesco Deadato, Direttore dell’Unità Complessa di Radioterapia oncologica presso Gemelli Molise.

Al centro della vicenda i decreti commissariali 1 e 2 del 2023 emessi dal Commissario Toma e gli effetti che essi producono. “Ripercussioni gravissime”, come le definisce nella sua lettera Petracca, le cui ricadute produrranno i loro effetti sui pazienti in cura. Motivo del contendere, con fattori che vanno ad incidere sui trattamenti, i tetti di spesa e la quantificazione dei fabbisogni, è quello delle schermature medie necessarie per la effettuazione di un trattamento radioterapico. La media molisana, fatta solo sul dato Gemelli, unica struttura ad erogare il trattamento, è quella di 47 schermature a trattamento. Dati diversi riguardano le altre regioni, differenze che nascono dal mancato aggiornamento del nomeclatore delle prestazioni , fermo al 1996.

Facile comprendere come nell’arco di otre venticinque anni la tecnologia abbia fatto passi da gigante e le tecniche radioterapiche si siano evolute in maniera esponenziale. Nella sua Rrelazione il prof. Deodato specifica come più schermature siano necessarie per incidere sul paziente da diversa angolazioni, focalizzare la dose di trattamento sul tumore e ridurla sui tessuti adiacenti.

Come evidente, si tratta di una complessa vicenda tecnica che se non affrontata correttamente dal punto di vista scientifico può comportare gravi danni ai pazienti. Questione per la cui soluzione – conclude Petracca – si richiede l’intervento e la collaborazione del Ministero della Salute e l’intervento dell’Agenas.

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