Il suo sguardo rasserenante, la sua disponibilità, il suo sorriso non si spegneranno mai nel ricordo di chi piange la sua morte. L’ultimo saluto a Mariangela Iorio, morta a seguito di un tragico incidente stradale sulla Statale 16, è stato straziante. La Cattedrale non è riuscita a contenere la folla di parenti, amici, colleghi, conoscenti. Lutto cittadino a Larino dove Mariangela viveva con il marito Giovanni e il figlio Mattia e a Morrone del Sannio dove la donna è cresciuta.
“Più che il momento di parlare questo è il momento di fare silenzio. Ogni parola – ha detto nell’omelia, don Claudio Cianfaglioni – risulta fuori luogo, Noi stasera non dobbiamo vergognarci se nel nostro cuore c’è solo il perché. Anche mio padre, avevo nove mesi, è morto in un incidente stradale. Sono 40 anni – ha continuato don Claudio con la voce rotta dall’emozione – che io mi chiedo perché. Dio risponde a questa domanda con la resurrezione. Dobbiamo amarci e volerci bene. Senza amore e senza Dio – ha concluso il parroco – siamo dei poveracci”.
Una famiglia distrutta, un dolore senza tempo ma la forza nel ricordo di una donna che ha amato la vita.
Insieme a don Claudio sull’altare anche don Costantino Di Pietrantonio. Provato anche lui: “7 anni fa abbiamo vissuto – ha detto – il momento della gioia. Mi fa strano vedervi così separati dalla morte. Mariangela come un fiore reciso nel suo splendore e nella sua bellezza”
Don Costantino celebrò il matrimonio di Mariangela e Giovanni. Proprio al parroco affidate le parole della famiglia. “Non te ne dovevi andare così, avevamo da fare ancora tante cose insieme. Come faremo a crescere Mattia senza di te? Faremo di tutto per mantenere vivo il tuo ricordo in lui. Hai salvato il tuo bambino gli hai donato la vita per la seconda volta. I nostri corpi continueranno a vivere ma il nostro cuore si è fermato a quella mattina del 7 gennaio”.
E poi le lacrime e le parole delle colleghe di Mariangela che per loro era certezza e nutrimento.
All’uscita in volo tanti palloncini, un lungo applauso per Mariangela, la piccola stella, quella strada che porta alla vita. Come dice Ultimo nella sua canzone.

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