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venerdì, Aprile 19, 2024

Rapporto Gimbe, il Molise e altre cinque regioni insufficienti per i livelli di assistenza

CronacaRapporto Gimbe, il Molise e altre cinque regioni insufficienti per i livelli di assistenza

Livelli essenziali di assistenza diversi, tra le regioni, con l’Emilia Romagna sempre in testa per qualità ed efficienza.
La conferma arriva dal rapporto della Fondazione Gimbe che disegna la nuova mappa del servizio lungo lo stivale, segnalando sei regioni inadempienti per quanto riguarda tutti e tre i rami dell’assistenza, e cioè: la prevenzione, i distretti e gli ospedali. Non raggiunge il punteggio minimo in tutte e tre le aree la Calabria, mentre in due settori sono insufficienti la provincia autonoma di Bolzano e la Valle d’Aosta, Basilicata, Sicilia e Molise in una sola area.
Il rapporto annuale è stato pubblicato dal Ministero della Salute e conferma l’Emilia Romagna la regione dove la risposta del servizio sanitario è la migliore in Italia.
“Senza una nuova stagione di collaborazione tra Governo e Regioni e un radicale cambio di rotta per monitorare l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza – ha spiegato il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta – diseguaglianze regionali e mobilità sanitaria continueranno a farla da padrone e la residenza delle persone condizionerà il diritto alla tutela della salute”.
Uno scenario che in Molise viene confermato anche dalle ultime vertenze, in ordine di tempo, finite sui tavoli della Regione: la convenzione tra l’Ente e le associazioni che erogano il servizio del 118 e le guardie mediche a singhiozzo, in particolare a Isernia. Non ancora risolto quest’ultimo contenzioso, appeso alla minaccia del blocco delle ambulanze, il servizio di emergenza e di pronto soccorso. Per non dire della battaglia, ormai legale, tra Regione e cliniche private, Gemelli, Neuromed e Villa Maria, che hanno ottenuto dal Tar la sospensiva della delibera che in qualità di commissario alla sanità Toma ha firmato sui cosiddetti extrabugdet. Le somme di denaro, cioè che la Regione deve in più ai privati per le prestazioni erogate ai cittadini.

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