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lunedì, Giugno 30, 2025

Giovanni Di Stefano scrive a Mattarella: “Annulli la mia condanna”

AperturaGiovanni Di Stefano scrive a Mattarella: "Annulli la mia condanna"

Giovanni Di Stefano è uno dei più controversi e discussi personaggi, ultimamente anche protagonista di una serie tv internazionale. L’avvocato del Diavolo, così è stato soprannominato, per essersi vantato di aver difeso personaggi come Saddam Hussein e per la sua amicizia con l’ex presidente serbo Milosevic. Molisano di Petrella Tifernina, fu presidente del Campobasso Calcio che, diceva, di voler portare in serie A, ma fallì e tutto finì in una bolla di sapone. Più volte alla ribalta nella cronaca non solo nazionale, per vicende giudiziarie, torna a far parlare di se’ con un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in cui invoca l’annullamento della sentenza e il rientro in Italia dopo dieci anni di detenzione in Inghilterra. Di Stefano, è detenuto proprio in Inghilterra dove sta scontando una condanna a 14 anni di carcere per una serie di reati tra cui truffa, furto, ricettazione, possesso di documenti falsi, per fatti commessi nel Regno Unito tra il 2001 e il 2011. Nella lettera-appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiede l’applicazione dell’articolo 87 della Costituzione italiana, in quanto la sua sentenza di condanna in Inghilterra nel 2014 è stata convalidata dalla Corte D’Appello Di Roma e per la sua vicenda dunque sarebbero competenti, sostiene, le autorità italiane. “Il governo britannico ha disonorato gli obblighi – scrive di Stefano – rifiutandosi di inviare il ricorrente in Italia, ma nessuno ha mai revocato la convalida”. Oltre a denunciare il mancato trasferimento in Italia chiede dunque a Mattarella di disconoscere la sentenza inglese. “Sono figlio unico – scrive ancora Di Stefano – mia madre ha 87 anni, è malata e vive sola a Petrella Tifernina. Io soffro del morbo di Parkinson, di un cancro alla prostata e di uno alla pelle, ma il servizio sanitario nazionale britannico mi ha scritto che, essendo io soggetto all’espulsione, non posso essere curato da loro, se non per questioni di pericolo di vita. In Italia questa politica sarebbe semplicemente inconcepibile”.
“Dopo la condanna – secondo quanto afferma in una nota il figlio di Di Stefano, Michele – sono emerse nuove inconfutabili prove che hanno confermato che le evidenze sono state manomesse prima del processo e poi corrette prima che qualcuno se ne accorgesse. Il Presidente – conclude – dovrebbe annullare la condanna in Italia”.

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