Fumata nera per la legge Fanelli. L’avvocatura regionale, chiamata ad esprimersi sulla pregiudiziale di costituzionalità sollevata dal Movimento 5 Stelle, tace e salta quindi la prima commissione consiliare chiamata a licenziare il provvedimento. A riferire la cosa è il presidente della Commissione, Andrea Di Lucente, nominato anche relatore della norma che sancisce la incompatibilità tra il ruolo di presidente della Regione e Commissario ad acta per la Sanità nei sei mesi che precedono le elezioni regionali.
Un tema, questo, altamente divisivo che ha determinato spaccature anche tra le forze politiche e all’interno delle forze politiche. E’ il caso del Partito democratico dove sul tema la frattura è verticale tra il segretario del PD, Vittorino Facciolla, e la stessa presentatrice della proposta, la capogruppo del partito, Micaela Fanelli. Una norma da un lato divisiva ma ad alto fattore coagulante essendo stata capace di riunire su un medesimo fronte il diretto interessato, il Commissario Toma, il segretario del PD Facciolla e il Capogruppo del M5S Andrea Greco. Cosa che, politicamente parlando, appartiene al regno del paranormale e delle scienze occulte.
Appuntamento quindi rinviato di una settimana per l’esame in Commissione, esame nel corso del quale i componenti l’organismo, Di Lucente, Cefaratti, Greco, D’Egidio e la stessa Fanelli, saranno chiamati a decidere se licenziare o meno la norma affinché venga sottoposta all’esame dell’aula.
Su questo versante c’è da registrare la generale freddezza con la quale la norma blocco Toma è stata accolta. Anche dalla diaspora interna al centrodestra le bocche sono rimaste serrate. Iorio, Cefaratti, Romagnuolo e Micone non hanno proferito parola, segno di scarsa condivisione dell’iniziativa. Insomma, più passano i giorni e più la legge sembrava che sembrava destinata a far detonare il palazzo, si sta trasformando da potenziale dinamite in una miccetta natalizia.