Assolti con formula piena, il fatto non sussiste. Ha deciso così il giudice del tribunale di Larino Tiziana Di Ninno.
A processo erano finiti un dipendente comunale, il proprietario di un distributore di carburanti e il gestore del bar dell’area di servizio. Accusati di truffa aggravata per aver prodotto buoni prelievo e schede carburanti falsi, raggirando il Comune di Bonefro e facendosi consegnare oltre 16mila euro. I fatti risalgono al 2016. Tutto è partito da un esposto.
Al centro della vicenda l’utilizzo di uno scuolabus. In sostanza per l’accusa il carburante era nettamente inferiore a quello fatturato, tesi questa supportata anche da un test pratico. Ma la difesa dei 3 imputati ha aspramente contestato questa posizione.
Gli avvocati Michele Liguori, Raffaele Fallone, Rosario Losito e Roberta Sofia oltre a sostenere la necessità di effettuare test più volte e in circostanze diverse, oltre a evidenziare in sede processuale che lo scuolabus fosse riposto ogni sera in una rimessa insieme ad altri mezzi, si sono avvalsi di una consulenza che ha dimostrato – ha detto l’avvocato Liguori – la concordanza tra caraburante erogato e carburante fatturato”.
Per i tre imputati non sono stati anni facili. Additati come truffatori, bollati dall’opinione pubblica. Ora la fine di un incubo.