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venerdì, Aprile 19, 2024

Associazione ingegneria sismica italiana: “Enti locali italiani sfruttino fondi Pnrr”

AttualitàAssociazione ingegneria sismica italiana: "Enti locali italiani sfruttino fondi Pnrr"

Dopo terremoto di San Giuliano di Puglia fu creata una carta di pericolosità sismica voluta dal Consiglio dei ministri. Furono aggiornate le normative per costruzione degli edifici nel nostro paese. Tanto ancora resta da fare in termini di sicurezza in una terra sismica come l’Italia.
In occasione del ventennale del terremoto e del crollo della Scuola Jovine di San Giuliano di Puglia è intervenuta ‘Associazione Ingegneria Sismica Italiana che riunisce professionisti, accademici, aziende. “Per quanto riguarda l’adeguamento e la progettazione antisismica nelle scuole, gli enti locali – ha detto il presidente Andrea Barocci – utilizzino i fondi del PNRR per una prevenzione stabile e non di emergenza”.
Dal 2002 è sicuramente cresciuta la cultura della prevenzione ma – ha spiegato l’Associazione Ingegneria Sismica Italiana – solo il 7% degli edifici nazionali sono progettati secondo la normativa antisismica, in base a quanto riporta il XX Rapporto “Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola”, presentato da Cittadinanzattiva. In Molise la percentuale è più alta rispetto a quella nazionale – ha continuato – con 11,7% di edifici progettati secondo la normativa: 34 sui 289 del territorio regionale. A livello generale considerando quanto recentemente accaduto nell’aula magna dell’università a Cagliari, è palese come alcuni edifici non abbiano neppure “risorse” proprie e quindi è difficile immaginarli a resistere nei confronti di un evento sismico”. Per L’associazione Ingegneria Sismica Italiana il problema risorse potrebbe nel breve periodo essere superato utilizzando fondi del PNRR. Quest’ultimo ha infatti stanziato grandi cifre per l’istruzione, puntando all’innovazione tecnologica, alla didattica 2.0, ai laboratori. “Non dimentichiamoci – ha rimarcato il presidente Barocci – che il preziosissimo contenuto, ancorché innovativo, è inserito in un contenitore che invece, nella maggior parte dei casi, è obsoleto e che – ha concluso – l’obsoleto contenitore ospita al proprio interno il nostro futuro”.

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