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mercoledì, Aprile 24, 2024

Campobasso, demolito l’ex cinema Modernissimo. Sul futuro dell’Ariston regna l’incertezza

CronacaCampobasso, demolito l'ex cinema Modernissimo. Sul futuro dell'Ariston regna l'incertezza

Anche questa mattina le ruspe erano in azione. Un passante si ferma a guardare e ricorda: “Qui ci ho visto grandi film come La Ciociara e il Marchese del Grillo”. Campobasso perde altro pezzo di storia, è il vecchio cinema Modernissimo. In via Isernia da qualche giorno sono in corso i lavori di demolizione dell’edificio che per quasi 60 anni, dagli anni 20 all’inizio degli anni 80, ha ospitato una delle sale cinematografiche della città. Dopo la chiusura è seguito un periodo di abbandono, tranne una breve parentesi quando nell’ex cinema fu realizzato un disco-pub. Ora la decisione della proprietà di buttare giù tutto per lasciare spazio ad una nuova palazzina. Pochi metri di distanza, pochi passi da compiere, e ci si ritrova davanti ad una storia analoga, ma per ora con un finale ancora da scrivere: lo storico teatro Ariston. Anche qui negli anni passati si è parlato a ripetizione di demolizione per poter poi diversificare l’utilizzo dell’area, ma finora non è accaduto nulla. Non saranno concesse deroghe sulla cubatura da parte del Comune. La sala da oltre mille posti, di proprietà privata, è chiusa dal 2005. Oltre ai film ha ospitato teatro e concerti e su quel palco è passata la storia dello spettacolo italiano, da Wanda Osiris a Fiorello. L’amministrazione cittadina ha interloquito ripetutamente con la proprietà. Si era anche parlato ad un certo punto di una compensazione con l’area della scuola di via D’Amato, ma anche questa idea si era poi arenata. Qualche anno fa c’è stata pure una diffida dal Comune per i pericoli dovuti alla caduta di calcinacci dall’edificio che è poi stato messo in sicurezza. E c’è incertezza anche sul valore dell’immobile, un valore che secondo le varie valutazioni fatte fare nel tempo oscilla tra i 2 e i 5 milioni di euro. Poltrone e altri arredi sono intanto finiti in vendita in alcuni mercatini dell’usato mentre sul futuro di quello che è uno dei simboli della città resta un enorme punto interrogativo.

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