di Italo Di Sabato
La crisi energetica, che in realtà è una somma di speculazioni non soltanto private ma anche pubbliche, visto che ad esempio l’Eni è una partecipata pubblica per oltre il 30%, quindi l’ennesima “emergenza” non può essere derubricata a problema individuale di cittadini e imprenditori.
Se io non ho i soldi per pagare la bolletta è un problema personale, se milioni di persone non hanno i soldi per pagare le bollette è un problema dello Stato. L’articolo 32 della Costituzione recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. E siccome l’energia serve per avere acqua calda e riscaldare le case, oltre che per far funzionare l’economia delle imprese, è chiaro che lo Stato, dinanzi a un problema economico collettivo che rende impossibile, non soltanto ai circa 15 milioni di cittadini già in povertà assoluta ma persino agli imprenditori, di continuare a vivere, lo Stato deve intervenire massicciamente.
Più importante ancora è l’articolo 43 della Costituzione: “A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale”.
Le basi giuridiche per una decisione drastica ci sono tutte. Il governo e il parlamento devono farsi carico degli aumenti dei costi di elettricità e gas altrimenti l’alternativa è quella di morire disperati. D’altronde in Germania la proposta è già sul tavolo del governo, un processo in due fasi per i clienti privati e le piccole e medie imprese. Una prima fase entro dicembre, in cui lo Stato paga in anticipo i fornitori, una seconda fase in cui si fa carico direttamente degli obblighi contrattuali dei clienti delle società di energia. Il costo calcolato in Germania per questa operazione è di circa 90 miliardi di euro.
Presto tutti i governi europei si troveranno di fronte a questa scelta: lasciar morire imprese e persone o farsi carico della loro vita. Senza esagerazione alcuna. è una foto dell’esistente. E allora il dibattito politico sul prossimo governo italiano da ideologico deve diventare politico. Qui non siamo di fronte a un’oscillazione dei prezzi del mercato. Non stiamo parlando di una crisi del litio o dei semiconduttori che porta a un aumento del prezzo di un prodotto elettronico. È in gioco la vita di milioni di persone. Non può esserci margine di trattativa su questo intervento dello Stato. Chi lo contesta si pone al di fuori della Costituzione.