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martedì, Luglio 1, 2025

Il geriatra Mino Dentizzi: “Case di riposo: contenitori o strutture di assistenza e cura?”

AperturaIl geriatra Mino Dentizzi: "Case di riposo: contenitori o strutture di assistenza e cura?"

Riceviamo e pubblichiamo la riflessione del geriatra Mino Dentizzi relativamente alla gestione delle case di riposo

“Le notizie sulle presunte violenze e/o maltrattamenti e/o abusi avvenuti a Larino in una Casa di Riposo hanno scosso l’opinione pubblica molisana. La giustizia dirà quello che è avvenuto all’interno di quella struttura.
Comunque è stata risollevata una questione che ogni tanto viene fuori, ma poi subito si dimentica: come fare che le case di riposo siano strutture che forniscano una assistenza e una cura dignitosa?
Oggi nella stragrande maggioranza dei casi le strutture residenziali per anziani sono dei “contenitori” dove “mettere” gli anziani; non sono parte di una rete di cura e assistenza, ma parte di una rete “collocativa”. Rispondono quindi alla domanda “dove la/lo metto?” e non alla domanda “dove lo/la curo?”. È proprio il fatto di essere, da sempre, considerate dai più come “contenitori che ha prodotto gravi danni per gli ospiti delle residenze e molte preoccupazioni per gli operatori e per i parenti.
All’interno delle case di riposo (non tutte) si persegue la qualità valutando solo i risultati ottenuti con scarsa attenzione alle corrette procedure, vi è confusione tra fini e mezzi, (l’attività assistenziale deve essere il mezzo per perseguire il fine che deve rimanere sempre il benessere dell’ospite, la qualità di vita o meglio la felicità possibile), si incitano gli operatori ad essere veloci nell’esecuzione dei loro compiti, ad essere efficienti senza badare all’efficacia degli interventi, si esegue spesso il compito assistenziale senza tener conto della volontà dell’ospite. La vita quotidiana nelle case di riposo è scandita in tempi e modi che hanno a che fare con le scelte della struttura o degli operatori; la volontà degli ospiti resta in secondo piano.
Pertanto è necessario un formidabile impegno per finalmente mettere in pratica un modello da sempre desiderato da parte degli operatori più illuminati, ma raramente realizzato, di strutture per anziani in grado di offrire appropriati servizi sanitari, congiuntamente ad una competente assistenza alla persona con fragilità, il tutto integrato nella pianificazione di una giornata dove l’anziano si senta libero, curato e assistito.
E’ palese che occorreranno più aiuti economici, che per soddisfare le esigenze sarà necessario un maggior numero di posti letto, che saranno inevitabili standard qualitativi e quantitativi del personale maggiori di quelli odierni, che saranno imprescindibili ispezioni e verifiche inflessibili per non lasciare spazio ai ciarlatani e a chi tratta gli anziani senza rispetto e come una merce qualsiasi, che sarà opportuno considerare le residenze non un corpo estraneo ma parte integrante delle realtà comunali, cosicché vi sia un effettivo interscambio tra quello che la struttura può offrire alla cittadinanza in termini di servizi aperti e quello che quest’ultima può fare per aiutare la vita degli ospiti.
La questione centrale è come essere in grado di sviluppare questi concetti e come farli divenire un progetto concreto, elaborato da operatori, gestori, famigliari e associazioni di volontariato, architetti, esperti dell’organizzazione”.

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