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venerdì, Marzo 29, 2024

Aree interne, i vescovi riuniti a Benevento: “Non ci rassegniamo a vederle morire”

CronacaAree interne, i vescovi riuniti a Benevento: "Non ci rassegniamo a vederle morire"

Non ci rassegniamo a veder morire lentamente le nostre aree interne, in una sorta di accanimento terapeutico, ma vogliamo costituirci baluardo, forza per difenderle, dando vita a reti solidali capaci di attivare sinergie”. E’ quanto affermano i vescovi italiani nel documento finale stilato al termine dell’incontro sulle aree interne tenutosi a Benevento su iniziativa dell’arcivescovo della città campana, monsignor Felice Accrocca, e al quale hanno partecipato più di 30 vescovi provenienti dalle diocesi di Molise, Piemonte, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia. Per il Molise c’erano Giancarlo Bregantini (Campobasso), Camillo Cibotti (Isernia) e Claudio Palumbo (Trivento).

Chiediamo alla politica interventi seri, concreti, intelligenti – prosegue il documento diffuso dall’arcivescovo di Campobasso, monsignor Giancarlo Bregantini –, ispirati da una progettualità prospettica, non viziata da angusti interessi o tornaconti elettorali: in tal senso, qualora entrasse in vigore l’autonomia differenziata, ciò non farebbe altro che accrescere le diseguaglianze nel Paese; come comunità cristiana vogliamo crescere nella consapevolezza e nella partecipazione”.

I vescovi dicono la loro anche sul ruolo dei religiosi stessi: “Dobbiamo ripensare l’esercizio del ministero presbiterale e promuovere con decisione il sacerdozio comune di tutti i battezzati, una ministerialità diversificata e responsabile, la valorizzazione del diaconato permanente, le forze del laicato, quello femminile in particolar modo, che costituisce una parte consistente del tessuto delle nostre comunità”. Passaggi del documento vengono poi dedicati agli anziani (“La loro presenza numerosa costituisce, in queste nostre realtà, un patrimonio di umanità e di esperienze di vita che va assolutamente valorizzato”) e ai migranti: “Loro possono costituire un’opportunità per ravvivare molte realtà soggette a un decremento progressivo della popolazione, ma è necessario affinare sempre più la disponibilità all’ascolto, ad assumere, nel rispetto della legge, logiche inclusive, non di esclusione”.

I vescovi infine concludono: “Noi c’impegniamo a restare: la Chiesa non vuole abbandonare questi territori, senza per questo irrigidirsi in forme, stili e abitudini che finirebbero per sclerotizzarla. In tal senso c’impegniamo ad aiutare i nostri giovani che vogliono restare, cercando di offrire loro solidarietà concreta, e c’impegniamo ad accompagnare quelli che vogliono andare, con la speranza di vederli un giorno tornare arricchiti di competenze ed esperienze nuove”.

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