4.3 C
Campobasso
sabato, Aprile 27, 2024

San Giovanni in Galdo e Toro intitolano due piazze a Papa Benedetto XII

CronacaSan Giovanni in Galdo e Toro intitolano due piazze a Papa Benedetto XII

Da ieri due comuni della provincia di Campobasso, Toro e San Giovanni in Galdo, hanno due piazze intitolate a Papa Benedetto XIII. La cerimonia di intitolazione si è tenuta contestualmente nei due comuni alla presenza di una delegazione del Comune di Gravina (Bari), patria natale del Pontefice Benedetto XIII, Vincenzo Maria Orsini.

Alla base delle due intitolazioni, va ricordato che il cardinale Vinccenzo Maria Orsini (Gravina di Puglia 1650 – Roma 1730) ha ricoperto la carica di abate di Santa Sofia di Benevento (1696-1725), nella cui giurisdizione feudale ricadevano i feudi molisani di Toro e San Giovanni in Galdo, che in quanto tali hanno goduto per circa sette secoli (1092-1785) del grande privilegio della immunità fiscale. Il cardinale che alla carica di abate, e quindi di signore feudale, univa anche la dignità di arcivescovo di Benevento (1686-1730), e quindi di signore spirituale delle due comunità molisane allora ricadenti nell’arcidiocesi beneventana, è stato assai prodigo di attenzioni, nei loro confronti, come specificato nelle motivazioni contenute nelle delibere di Toro e San Giovanni in Galdo.

La storia ha riconosciuto all’arcivescovo Orsini, capacità e lungimiranza fuori dal comune. A lui si devono, tra l’altro, disposizioni precise e vincolanti per il riordino degli archivi parrocchiali e per la stesura degli atti dei registri di rito, fin lì lasciati all’estro dei parroci; la redazione dei famosi inventari dei beni artistici e patrimoniali di chiese, cappelle e confraternite, con il tesoro di informazioni e mappe ivi conservate; il restauro e la consacrazione degli altari e delle chiese dell’arcidiocesi, testimoniati sistematicamente dalle lapidi incise a ricordo.

Insomma è grazie all’arcivescovo Orsini che è arrivata fino a noi una larga fetta della storia dei nostri paesi, e di Toro e San Giovanni in particolare, dei quali è stato un mecenate e un benefattore. Al riguardo, basterà ricordare il compenso irrisorio per l’affitto alle due comunità dei mulini abbaziali con i circostanti terreni annessi, l’erezione a sue spese dei monti frumentari (banche del grano a favore dei poveri che non avevano come procurarsi il grano da seminare, senza ricorrere agli strozzini), e l’uso gratuito dei due palazzi abbaziali siti nei due comuni (purtroppo quello di Toro è crollato nel famoso e tragico terremoto del 1805 e mai ricostruito, mentre ancora in piedi e assai storicamente rilevante è il palazzo Orsini a San Giovanni in Galdo, sito proprio sulla piazza che sarà di intitolata a suo nome, e dotato di un affresco di San Filippo Neri, il santo prediletto del Cardinale, e dello stemma orsiniano, sbalzato in marmo, sul portone d’ingresso del palazzo).

Notevole la gran messe di documenti e opere d’arte di pregio rinvenibili nelle chiese di Toro, riconducibili alla munificenza dell’illustre prelato, che in modo particolare ha avuto a cuore di restaurare e abbellire il convento di Santa Maria di Loreto, dove l’Orsini amava soggiornare. Nel convento si conservano, tra l’altro, un rarissimo ritratto del cardinale da giovane, le lapidi di consacrazione della chiesa e degli altari da lui restaurati, la tela del Rosario, commissionata dall’arcivescovo, del quale è impresso lo stemma cardinalizio, firmata e datata nel 1721 da Nicola Boraglia, il chiostro affrescato nel 1726 proprio in onore dell’Orsini Papa, atteso in paese per la visita pastorale del 1726, e la imponente tela della Madonna di Loreto donata da Papa Benedetto XIII alla comunità di Toro (1728). Il tutto documentato nel volume di Giovanni Mascia, promotore, tra l’altro, della intitolazione delle due piazze, Affreschi per il Papa. Arte, fede e storia nel chiostro e nel convento di Toro, Palladino editore Campobasso 2008.

A San Giovanni in Galdo, parimenti, il cardinale ha restaurato a sue spese il Convento del Carmine, dotandolo delle due belle pale d’altare ivi conservate, La Madonna del Carmine (popolarmente venerata come la Madonna del latte) e la Madonna del libro. Commissionata da lui anche l’Annunciazione conservata presso la chiesa dell’Annunziata, opera come le altre due di Giuseppe Castellano. Tra l’altro, l’Orsini ha restaurato e consacrato l’antica parrocchiale di San Giovanni con i relativi altari nonché la chiesa di San Germano

(Cfr. Giovanni Mascia, Appunti d’arte e di storia a San Giovanni in Galdo. Sulle tracce del cardinale Orsini, arcivescovo di Benevento, abate di Santa Sofia e papa Benedetto XIII, Palladino editore, CB 2017.

Ultime Notizie