Venti minuti dopo le nove di questa mattina il Presidente del Consiglio Mario Draghi si è recato al Quirinale per rassegnare le proprie dimissioni nelle mani del Capo dello Stato, Sergio Mattarella. A nulla sono valsi gli appelli a restare pervenuti da settori della società civile, della cultura, dell’istruzione, dell’economia, da sindaci e dal mondo dell’associazionismo. La crisi aperta dal M5S si è messa improvvisamente su un piano inclinato con l’incontro riservato tra Draghi e Letta e dalle dichiarazioni in aula del premier – una dura reprimenda alla lega – che ha scatenato la reazione del centrodestra e fatto calare il sipario su quattro anni di turbolenze.
Un colloquio di mezz’ora – quello tra Draghi e Mattarella – che spalanca le porte alle elezioni anticipate, le prime in autunno dall’inizio della storia repubblicana. La data decisa dal Consiglio dei Ministri è quella del prossimo 25 settembre che, seguendo i criteri dettati dal DPR 361 del 1957 che regola l’elezione della Camera dei deputati, impone una serratissima tabella di marcia per quanto concerne la indizione dei comizi, il deposito dei contrassegni e la presentazione delle candidature.
Questa la tabella di marcia: entro il 12 agosto verranno indetti i comizi elettorali e quindi le elezioni; dalle ore 8 del 13 agosto alle ore 16 del 14, scattano i termini per la presentazione dei contrassegni presso il Ministero dell’Interno mentre dalle ore 8 del 22 agosto alle 20 del 23 avverrà la presentazione di liste e candidati
