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venerdì, Aprile 26, 2024

Una vita nei Vigli del Fuoco. Osvaldo Palladino nominato Cavaliere della Repubblica.

AperturaUna vita nei Vigli del Fuoco. Osvaldo Palladino nominato Cavaliere della Repubblica.
  • Come e nata la tua passione di diventare vigile del Fuoco?

Io sono nato a Campobasso nel 1960. Avevo 20 anni quando, come ausiliario – allievo vigile volontario – ci fu il terremoto in Irpinia, dove ho prestato servizio per i primi 10 giorni con una squadra del Comando Provinciale di Campobasso. Siamo partiti la sera, dopo circa un ora dal disastro. Abbiamo prestato servizio per l’incolumità delle persone, salvando tante vite umane ancora sotto le macerie. Dopo 10 giorni ci fu il cambio, e andarono via altre unita. Io chiesi di tornare volontario nonostante stavo per congedarmi dar servizio di leva. Sentivo un forte desiderio di dare il mio contributo ad aiutare le persone in pericolo. Dopo un ano circa bandirono il concorso, al quale partecipai, e dal 1983 iniziai la mia carriera come Vigile del Fuoco, da allora non ho smesso di amare il mio lavoro.

  • Raccontaci un po’ della tua carriera professionale

Dal 1983 al 1986 ho prestato servizio presso il Comando Provinciale di Varese; dal 1985 presso Chieti. Volevo riavvicinarmi al Molise perché quegli anni erano nati i mie due figli, Simona e Marco. Cosi nel 1990 fui trasferito ad Isernia, fino al 95. Nel 1996 ottenni il trasferimento presso il comando provinciale di Campobasso, ma lo stesso anno bandirono un concorso interno da Caposquadra. Questo passaggio di qualifica mi dava l’opportunità di dirigere una squadra, cosi studiai arduamente, vinsi il Concorso da Capo Squadra e mi trasferii a Roma. Dirigere una squadra su intervento mi suscitava emozione perché i miei ragazzi si fidavano di me. Non e per nulla semplice essere un Vigile del Fuoco, agiamo in situazione di pericolo. Mentre tutti gli altri istintivamente scappano dalle fiamme, per esempio, noi invece siamo chiamati ed entrare tra le fiamme, o in qualsiasi situazione di emergenza. Non e vero che il Vigile del fuoco non ha paura. Noi siamo addestrati a gestire quella emozione di paura in maniera professionale. E quando sei Capo Squadra, devi trasmettere quel senso di professionalità anche alla tua squadra.

  • Ma tu sei stato anche Formatore nei Vigili de Fuoco

Si, io sono sempre stato molto ambizioso, e credo nella formazione continua, quindi non ho mai smesso di studiare e migliorarmi, cosi ho preso il titolo di Istruttore Professionale. Presso le Scuole Centrali Antincendio – anche chiamate Capannelle – a Roma, dal 2000 al 2015, ho esercitato il ruolo di Istruttore Professionale. In questi 15 anni, mi sentivo investito di un ulteriore compito, ovvero quello di formare le nuove generazione di Vigili del Fuoco. Durante la mia carriera come formatore ho seguito più di 10.000 nuovi allievi, che poi avrebbero lavorato in tutta Italia. Finalmente potevo trasmettere le mie esperienze, rivivendole in classe, con ragazzi e ragazze desiderosi, come me, di aiutare le persone in difficolta. E stato un periodo importante quello della formazione, perché credo di aver giocato un ruolo nelle vite di ciascuno di loro. Avevo l’opportunità di trasmetter loro i miei valori, per cui credo fermamente, che essere Vigile del Fuoco, sia uno dei lavori più belli del mondo. La mia sfida più grande era stimolare gli allievi a superare le proprie paure, e i ragazzi e ragazze che ho seguito mi hanno dato grandi soddisfazioni. Dico ragazzi e ragazze di proposito, io sono stato uno dei primi a battermi per l’uguaglianza di genere come formatore, per me allevi o allieve erano assolutamente uguali e li trattavo alla pari.

  • Come prosegue la tua carriera, da Capo-reparto ad Ispettore

Dopo circa 15 anni a Roma, nacque in me il desiderio di riavvicinarmi alla mia citta natale e dunque alla mia famiglia. Cosi chiesi il trasferimento a Campobasso, e li ho ricoperto il ruolo da Caporeparto e Capoturno, con responsabilità sempre maggiori. Fino a quando c’è stato un altro concorso interno per diventare Ispettore Antincendi. La mia ambizione era alta, perché volevo dare onore alla mia professionalità, cosi non ho esitato a studiare arduamente per questo concorso. E lo vinsi, ricoprendo attualmente il vertice più alto della mia carriera. Sono orgoglioso dei miei sacrifici fatti e delle mie scelte di carriera

  • Qual e la tua più grande soddisfazione della vita?

La mia soddisfazione può grande e che sono riuscito a trasmettere la mia passione per il corpo dei Vigili del Fuoco anche a mio figliolo, Marco. Tra 3 anni, se Dio vorrà, andrò in pensione e nel frattempo ho ancora molti obiettivi da raggiungere nel territorio Molisano.

  • Che significato ha il titolo da Cavaliere della Repubblica per te?

E un grande onore per me, che lo Stato riconosca il mio valore professionale. Certamente e motivo di orgoglio personale. Il titolo non mi necessita ai fini di avanzamento di carriera o economici, ma soltanto morali ed etici, servendo lo Stato con spirito di abnegazione e professionalità. Sono lieto di essere stato nominato Cavaliere della Repubblica.

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