La vera sorpresa per le regionali 2023 potrebbe arrivare fuori dagli schieramenti classici. Quindi: né centrosinistra né centro destra, ma un terzo polo; segnatamente un Polo civico, una federazione capace di aggregare il civismo progressista rappresentato da tanti piccoli movimenti. Una necessità – dice l’ex senatore Giuseppe Astore, uno dei promotori dell’iniziativa – che nasce non solo da una valutazione di ordine politico, ma anche dalle insidie che pone la nuova legge elettorale della Regione Molise con una soglia di sbarramento elevata dal 3 al 5%. Il vero tema tuttavia della analisi di Astore nasce dalla crisi conclamata dei partiti e la necessità di riaggregazione in altre forme. Un polo civico, tiene a precisare Astore che si colloca chiaramente nel campo progresista.
All’idea hanno manifestato attenzione diversi protagonisti della politica molisana declinata al passato prossimo. Così, oltre a quello di Astore, spuntano i nomi dell’ex assessore Antonio Chieffo, quello dell’ex presidente della Regione, Giovanni Di Stasi, dell’ex sindaco di Venafro, Antonio Sorbo e, a sorpresa, quello dell’attuale rettore del Convitto Nazionale Mario Pagano, Rossella Gianfagna, figura di indiscutibile capacità e autorevolezza per la quale più di qualcuno auspica la candidatura alla presidenza. La diretta interessata in passato ha sempre smentito di essere in corsa per il ruolo di governatore ma, la politica, è il regno dove spesso l’impossibile di venta possibile in un attimo. Altro nome che circola sempre con possibilità apicali e quello del Sindaco si Castel del Giudice, Lino Gentile, anche se la vera sorpresa che potrebbe spuntare da dal cappello è quella di una figura a DNA molisano ma con una proiezione di rilievo nazionale. Al momento, però, è il caso di restare abbottonati.
Bisognerà capire la reazione degli altri competitori politici, PD in testa, che da mesi ormai stanno rodando i motori e che, verosimilmente, non hanno alcun interesse a regalare ad altri il lavoro si qui fatto. Sul fronte 5 Stelle, invece, le quotazioni sul nome dell’ex leader di Costruire Democrazia, Massimo Romano, mantengono una certa consistenza.