Quanta neve può cadere in cento anni e quante foglie possono essere trasportate a valle da un fiume.
Una scommessa nata cento anni fa, per opera di chi ha saputo guardare lontano, della quale oggi si raccolgono i frutti e sulla quale si può continuare a investire nel futuro.
Erano due riserve reali di caccia, zone di svago dei nobili che inseguivano trofei da esporre e che dal 1922 sono diventati il parco del Gran Paradiso e il Parco nazionale d’Abruzzo, poi esteso al Lazio e al Molise.
Le prime riserve naturali d’Italia. Ma chi volle un parco non voleva solo proteggere gli animali, o una piccola fetta di territorio. Ma aveva avuto la visione di uno sviluppo diverso, come ha ricordato il presidente del parco di Abruzzo, Lazio e Molise, nel corso dei festeggiamenti avvenuti nella giornata mondiale della terra.
Cento inverni e altrettante primavere, quanto coraggio ci vuole per aspettare i tempi della natura.
Ora però, si lavora a uno sviluppo integrato e sostenibile in piena collaborazione tra uomo e territorio.
Al termine dell’incontro, il presidente del parco nazionale di Abruzzzo, Lazio e Molise si è soffermato con il presidente della Repubblica. Cannata ha donato alcune pubblicazioni a Sergio Mattarella, sottolineando il valore e l’impegno delle tante persone che lavorano a questa bellissima realtà, una buona idea del passato che è diventata un ottimo investimento per il futuro.