Più di un’azienda agricola su dieci è in una situazione così critica da porla ad un passo dalla cessazione dell’attività.
E’ l’allarme lanciato ancora una volta dalla Coldiretti sulla condizione di grande difficoltà che attraversa l’intero settore per l’impennata dei costi di produzione. In Italia un terzo delle aziende è costretto a lavorare in perdita.
L’organizzazione di categoria, per questo si è appellata all’intero consiglio regionale affinché, di fronte allo straordinario momento di emergenza, venga data la giusta rilevanza alla crisi dell’agricoltura e della zootecnia. La richiesta, nello specifico, è di inserire nel bilancio di previsione fondi da destinare al settore, dopo le manifestazioni organizzate a Campobasso e a Isernia, dinanzi alle sedi delle Prefetture a cui hanno fatto seguito gli incontri istituzionali con il Governatore Toma e l’Assessore all’Agricoltura Cavaliere.
Secondo l’analisi Coldiretti su dati Crea, un vero e proprio tsunami si sta abbattendo sulle aziende agricole con rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari. Nelle campagne si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi, al +90% dei mangimi, fino al +129% del gasolio.
“Ad essere più penalizzati con i maggiori incrementi percentuali dei costi correnti – ha sottolineato il Direttore di Coldiretti Aniello Ascolese – sono proprio le coltivazioni di cereali, dal grano al mais, a causa dell’esplosione della spesa di gasolio, ma anche concimi e sementi e l’incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni di mercato. Oltre a ciò non va dimenticata
l’emergenza cinghiali che ormai si sono impadroniti del territorio, distruggendo ogni tipo di coltura. Per questo – ha concluso Ascolese – chiediamo alla Regione di intervenire rapidamente, incrementando anche le risorse per il risarcimento dei danni causati dagli animali selvatici”.