Scrittore di romanzi, saggi, poesie, teatro, regista, giornalista. Pier Paolo Pasolini è stato un intellettuale tra i più importanti del 900. Pungente, contro i poteri, scomodo, anche, sempre dalla parte degli umili, degli ultimi. Una figura complessa con una fine tragica, violenta. A 100 anni dalla nascita, due giorni di convegno organizzati dall’Unimol, dal Dipartimento di Scienze Umanistiche, Sociali e della Formazione con il patrocinio del comitato scientifico nazionale per le celebrazioni della ricorrenza in cui è stata tratteggiata la figura di Pasolini da alcuni dei massimi studiosi delle sue opere. “Un autore letto e tradotti in molti paesi stranieri, tra cui la Germania” ha detto il professor Luigi Montella, che ha sottolineato il grande senso di fretellanza che aveva Pasolini.
Dacia Maraini, scrittrice e amica di Pasolini, in collegamento da remoto ha parlato della genesi del suo libro, Caro Pier Paolo, ha ricordato i viaggi in Africa con lui, il rapporto che aveva con gli ultimi, la sua idea di vita, di giustizia, cultura, politica, il suo essere unico, sensibile con gli amici, diverso da come appariva o veniva descritto. “Aveva una grande sensibilità e garbo nei confronti di chi amava, in contrasto con l’immagine di intellettuale spigoloso, contro i poteri forti, pungente, provocatore, dissacrante” ha spiegato.
Paolo di Paolo, 97 anni, di Larino, fotografo che ha a lungo lavorato con Pasolini, anche sul set del “Vangelo secondo Matteo”, ha regalato all’Unimol una foto, autografata, a cui il grande regista era legato e ha raccontato, commosso, come è nata, ma anche il profondo legame che aveva lui. Un legame di rispetto, amicizia, fiducia profonda. “Mi ha fatto troppo male la sua morte, tanto che non sono andato ai funerali, dove c’erano amici che in realtà non erano amici. Ci volevamo bene ma lui non sapeva esprimere il suo affetto, era schivo e non voleva che la sua intimità venisse penetrata. Era molto riservato. Cosa avrebbe pensato della società di oggi? L’avrebbe snobbata anch’essa, perché lui era snob, ma poteva esserlo e faceva bene” ha detto Di Paolo.