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martedì, Aprile 16, 2024

Omicidio di Natale, le indagini ora si concentrano su messaggi e telefonate

CronacaOmicidio di Natale, le indagini ora si concentrano su messaggi e telefonate

Troppo sangue su quel coltello, i Ris di Roma non sono riusciti a definire impronte digitali. E così, l’arma del delitto della Vigilia di Natale non ha dato le risposte attese e dal punto di vista processuale potrebbe rivelarsi inutilizzabile.
O al contrario, perché sbucato all’improvviso sulla scena del crimine, del quale nessuno ha rivendicato il possesso o la proprietà, potrebbe essere determinante se ne riuscisse a dimostrare la provenienza.
Quel coltello non era mio, ha detto Gianni De Vivo nell’interrogatorio che lui stesso a chiesto, rispondendo alle domande dei magistrati.
Stando a quanto si è appreso, uno dei testimoni oculari della scena finale dell’accoltellamento di Cristiano Micatrotta, ha raccontato un particolare preciso e crudo proprio sul coltello, conficcato nel collo della vittima.
Tuttavia, è ormai evidente che a dipanare la matassa potrà essere solo la ricostruzione cronologica delle telefonate e dei messaggi watshapp che si sono accavallati la sera del 24 dicembre sui cellulari della vittima, del presunto assassino e del cognato di Cristiano, peraltro indagato per rissa.
Le versioni finora raccolte dagli investigatori non combaciano in alcuni punti. E posto come punto fisso quello che avrebbe scatenato la lite, l’acquisto o la cessione di un non precisato quantitativo di droga, resta da capire chi ha fatto il primo passo verso quello che si è poi rivelato un precipizio. Nel quale, per sua sfortuna, è però finito il 38enne di Campobasso, ferito a morte da una coltellata.

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