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sabato, Maggio 11, 2024

Termoli – San Vittore, riparte il progetto: l’opera attesa da 14 anni. Toma e Carfagna: “Siamo pronti”

AperturaTermoli - San Vittore, riparte il progetto: l'opera attesa da 14 anni. Toma e Carfagna: "Siamo pronti"

Come l’Araba Fenice, risorge puntualmente dalle ceneri la Termoli – San Vittore, il collegamento destinato a trarre fuori il Molise dall’isolamento e a collegare di fatto le due sponde del paese: Tirreno e Adriatico. Questa dovrebbe essere la volta buona, secondo gli auspici del Presidente Toma, che ha rivendicato in una sua nota la fine di una vicenda – scrive il governatore – che si trascina da un decennio. In realtà la questione è più antica e, andando a ritroso nel tempo, le cronache registrano un primo incontro tra l’allora presidente della Regione, Michele Iorio, e l’allora Ministro delle Infrastrutture del Governo Prodi, Antonio Di Pietro. Era, esattamente il 15 novembre del 2006: sono quindi passati più di 14 anni. Il progetto del tempo prevedeva la realizzazione di una vera e propria autostrada di circa 82 chilometri, un’opera strategica per la quale venne anche costituita nel 2008 una società ad hoc, la Autostrade del Molise Spa, oggi in liquidazione. Venne realizzato un progetto preliminare, costituita un’associazione di imprese e stimato il costo complessivo dell’opera in 1354 milioni di euro coperti al 51% col sistema del project financing e al 49% con un contributo pubblico pari a 557 milioni. Nel 2009 sempre il presidente della Regione Iorio e l’allora Premier Berlusconi firmarono un atto integrativo che inseriva l’opera nelle 120 opere destinate a diventare le grandi infrastrutture del Paese, portando la struttura dagli 82 originari a 150 chilometri complessivi.

Le alterne vicende della politica portarono il progetto nelle secche. Non se ne fece nulla. Adesso l’opera di cui si parla è una superstrada a quattro corsie. Il presidente Toma, d’accordo con la ministra per il Sud, Carfagna, ha fatto sapere che ci sono a disposizione adesso 120 milioni di euro per la progettazione e lo studio di fattibilità. Si riparte, quindi, con la speranza che sia la volta buona e che il governo nazionale faccia sapere l’entità del contributo statale che intende appostare in favore della effettiva realizzazione dell’opera

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