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mercoledì, Luglio 9, 2025

Omicidio di Natale, Gianni De Vivo non risponde al giudice. Poi si dispera e piange: “Ho distrutto due famiglie”

AperturaOmicidio di Natale, Gianni De Vivo non risponde al giudice. Poi si dispera e piange: "Ho distrutto due famiglie"

Con una tuta bianca, coperto dalla testa ai piedi, come gli agenti della polizia penitenziaria che lo scortava. E’ il foglio bianco con cui si copre il volto per non lasciarsi riconoscere che però lo fa distinguere dagli altri. Gianni De Vivo arriva così, ricoperto dalla tuta anticovid nel tribunale di Campobasso per l’udienza di convalida del fermo.

Il 37enne, accusato dell’omicidio di Cristian Micatrotta, avvenuto la notte di Natale a Campobasso, è arrivato al palazzo di Giustizia alle 13.30 proveniente dal carcere di Benevento ed è uscito poco dopo le 14.30. Durante l’udienza, su consiglio del suo legale difensore, l’avvocato Mariano Prencipe, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Erano presenti in aula il gip Veronica D’Agnone e il pubblico ministero Elisa Sabusco.

De Vivo intanto ha mostrato segni di pentimento e si è disperato. “Ho distrutto due famiglie”, ha detto al suo avvocato durante un breve colloquio a margine dell’udienza. “Ha pianto tutto il tempo – riferisce il legale -, lui è una persona al di fuori dai contesti delinquenziali classici, questa è una vicenda che secondo me va contestualizzata”.

Sulla ipotesi che il delitto sia maturato per una questione di droga (si parla di una discussione nata per la scarsa qualità di un modesto quantitativo di hashish pagato 50 euro) Prencipe si è mostrato cauto: “Non ci sono conferme, allo stato attuale ci sono degli spunti che vanno approfonditi”, però si è detto certo che il suo assistito sia stato aggredito prima di compiere l’omicidio: “C’è stata una aggressione di almeno due persone nei suoi confronti. Colluttazione e pugni evidenti dalle contusioni che ha sul corpo”. Per l’avvocato inoltre “non può esserci stata premeditazione visto che sono stati gli altri a recarsi sotto casa sua”.

Quanto alla scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere durante l’udienza, il legale ha spiegato: “Ho parlato per un quarto d’ora con il mio assistito, ma ovviamente questo tempo non è stato sufficiente per elaborare una strategia difensiva per un caso di omicidio. Quindi gli ho consigliato, in questa fase, di non rispondere anche perché lui è davvero molto scosso e ha pianto per tutta l’udienza. Ho invece evidenziato al giudice e al pm le perplessità e le problematiche che questa vicenda presenta con l’impegno da parte nostra di essere parte attiva nella ricostruzione della verità, ma per fare questo serve tempo.  Chiederemo di essere sentiti quando saremo pronti per dare la nostra versione dei fatti”.

Intanto i familiari della vittima, Cristian Micatrotta, si sono affidati anche loro ad un legale, è l’avvocato Fabio Albino. Domani sarà invece affidato l’incarico per lo svolgimento dell’autopsia.

 

 

 

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