E’ durato poco più di un anno, al tribunale di Larino, il procedimento a carico di 6 delle 7 persone, tra amministratori pubblici, ex dirigenti comunali, rappresentanti di Crea e anche Arpam, coinvolte nell’inchiesta sul cattivo funzionamento del depuratore al porto di Termoli.
Attività d’indagine nata nel 2015, dopo i primi sversamenti di reflui in mare. Per tutti era caduta l’accusa più grave, quella di danno ambientale.
A vario titolo, sono stati giudicati sull’ipotesi di reato di getto pericoloso di cose in concorso, di omissione di assicurare il corretto funzionamento e la necessaria manutenzione dell’impianto di depurazione; di omissione di realizzare i lavori e le opere necessari a consentire il corretto trattamento depurativo di tutti i reflui convogliati prima dello scarico in mare e anche di omissione di atti d’ufficio in concorso, perché non si sono mossi per tempo a trovare una soluzione idonea.
Stralciata una posizione per questioni procedurali, il collegio composto dal presidente Michele Russo e dai giudici Vittoria Testa e Tiziana Di Nino, ha assolto l’ex primo cittadino Antonio Di Brino, il dirigente Silvestro Belpulsi, entrambi difesi dall’avvocato Joe Mileti, e la funzionaria dell’Arpam Maria Grazia Cerroni. Una multa da 150 euro, invece, per altri 3 imputati.