Prove tecniche di coalizione. Dopo il manrovescio rimediato a Isernia, consegnata al centro sinistra dalle divisioni interne, il centrodestra prova a ritrovare compattezza in vista delle prossime elezioni provinciali calendarizzate per il 18 dicembre. A rinnovarsi saranno sia il consiglio provinciale di Campobasso che quello di Isernia.
A promuovere la riunione è stata l’On. Annaelsa Tartaglione, proconsole molisano di Silvio Berlusconi, che è riuscita a mettere attorno a un tavolo tutti i partiti e i movimenti della coalizione, compreso gli enigmatici di Fratelli d’Italia, gli amletici della Lega e tutta una serie di politici abituati come sommergibili a navigare a profondità abissali e la cui presenza si percepisce solo grazie al cannocchiale telescopico che emerge dalle acque solo al momento opportuno.
Sta di fatto che va registrato il dato positivo di una ritrovata unità, quantomeno formale, dopo le sparatorie alla Jesse James che avevano caratterizzato la fase che ha portato alla Caporetto isernina. Presenti, insieme alla Tartaglione, anche i consiglieri regionali Niro, Cotugno, Cefaratti, Micone, Di Baggio, i due presidenti di provincia, Roberti e Ricci, Testa per la Lega e Altopiedi per Fratelli d’Italia. Parola d’ordine: andare insieme, evitando così di consegnare i due consigli provinciali al centrosinistra a trazione PD-5 Stelle. L’idea maturata è quella di presentare un paio di liste in provincia di Campobasso, dove la situazione è più complicata per la presenza della falange tetragona dei grillini nel comune capoluogo, e di una sola in provincia di Isernia, secondo lo schema proposto dal sindaco di Venafro, Ricci. Se a Campobasso il punto debole è l’amministrazione del capoluogo, tutta pentastellata, su Isernia a preoccupare il centrodestra è la città di Agnone, saldamente in mano al centrosinistra. Bene invece Venafro, dove in pratica al centrodestra sono ascrivibili maggioranza e opposizione, e il comune di Frosolone dove il centrodestra ha recuperato qualche posizione.